I piccoli, che alla nascita sono ricoperti da un morbido piumino, vengono sorvegliati con ogni cura dalla madre, che li segue nelle prime escursioni nell’acqua, luogo dove essi amano trattenersi e trastullarsi, pronta a intervenire se qualche pericolo minaccia la prole, raccogliendola sotto le sue ali, che mantiene distese, così come sogliono fare le chiocce con i pulcini. Trascorso soltanto un paio di mesi, i piccoli anatroccoli acquistano presso a poco le dimensioni e l’aspetto degli adulti e sono già in grado di volare. Nei giovani maschi, la colorazione
è simile a quella delle femmine adulte nel periodo eclissale, ma da esse si riconoscono principalmente per avere una tinta più scura sul collo, sul dorso, sulle scapolari e sulla coda e per avere inoltre dimensioni maggiori. Essi vestono poi un secondo abito, assunto per una lenta muta fra agosto e novembre, che rende molto difficile l’individuarli fra gli adulti. Le femmine giovani somigliano anche esse alle adulte, dalle quali si riconoscono, peraltro, per le minori dimensioni, per la tinta del becco, che è rossiccio-corneo per le zampe aranciate e per la presenza, nelle parti superiori, di macchie più strette; esse acquistano il piumaggio delle adulte attraverso una muta che ha inizio in agosto. Invecchiando, i Germani reali perdono sovente il collare bianco, mentre le femmine acquistano una colorazione pressoché simile a quella dei maschi e verso i quindici anni di età non sono più atte alla produzione delle uova. Allo stato di cattività i Germani reali al incrociano con diverse varietà domestiche e allo stato selvatico, con il codone, il fischione, l’alzavola e la canapiglia. Gli ibridi ottenuti allo stato selvatico sono infecondi.
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