Ma oltre agli ambienti coltivati, notoriamente alberghi d’elezione per questa selvaggina, possiamo individuare altre situazioni ecologiche e vegetazionali che soddisfano in buona misura le loro particolari esigenze. Il padule è uno di essi. Nel padule i beccaccini possono soffermarsi con piacere, potendo disporre di molta acqua e di discreti ricoveri fra le erbe intorno alle sponde. Ma la capacità ricettiva del padule può a volte essere limitata e condizionata da fattori quali l’eccessiva profondità dell’acqua o un invaso troppo depresso. Il nostro è un folletto che ama l’acqua, ma vuole sentire l’aria: anche se solo un soffio, lui preferisce che questa si muova o che almeno abbia possibilità di ricambiarsi continuamente. Dunque il padule profondo sarà da evitare, al pari dei canaletti troppo ristretti o degli invasi poco estesi ed eccessivamente depressi. Ricordiamolo: l’estensione della lama d’acqua, ed il suo rapporto volumetrico con l’aria giocano un ruolo importante nell’elezione del sito ad albergo, da parte del beccaccino. Questo migratore percorre migliaia di chilometri per giungere fino a noi , e non ha alcun interesse a tuffarsi in un pozzetto di trenta metri di diametro. Può farlo, se lo ritiene opportuno, ma personalmente non imposterei un’apertura al beccaccino battendo pozzetti e canaletti. Sarà meglio invece individuare, ad esempio un invaso grande, poco profondo, possibilmente senza impenetrabili frascami pungenti e boscaglie pseudotropicali intorno; oppure un bel tratto di fiume il cui letto non sia troppo incassato , e dunque i cui argini non siano troppo alti rispetto alla superficie. Il fiume, nel suo tratto più vallivo, risulta infatti essere una valida alternativa alle risaie o alle marcite, ambienti peraltro quasi esclusivi del nord Italia. Dunque, come vediamo, in ogni zona può esistere un ambiente idoneo ad ospitare il beccaccino. Tutto sta nel saperlo trovare, nell’affrontarlo nel modo giusto, e nell’essere lieti di quanto esso può offrire. Mai, difatti, come nella caccia al piccolo folletto in frac, è valida l’antica massima che predice godimento solo a chi dimostra di sapersi accontentare.
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