E’ vero, ogni segugio viaggia nella esatta direzione su cui ha transitato la selvaggina perseguita, ma non tutti con la stessa precisione, e certamente ognuno con il suo comportamento, donatogli dai geni della razza d’appartenenza. In ogni caso, per farla breve, attraversammo vari campi arati dove la cagna mi fece vedere tutti i ghirigori che la preda aveva voluto fare durante le ore buie , molte aree inerbite, e lunghi tratti di strada di campagna, passando perfino sotto un cavalcavia. Risolse ben due falli, il primo impiegandoci oltre un quarto d’ora, ed il secondo più velocemente, ma sempre analizzando ogni pietra, ogni foglia ogni zolla dell’area che lei riteneva giusto ispezionare. La voce della cagna aumentava di tono, mantenendo però il ritmo al medesimo livello, come dire “la direzione è quella giusta, ma non facciamo le cose di fretta”… . Io potei notare che nei tratti davvero ostici, lei rallentava l’andatura quasi fermandosi prima di emettere la voce. E quando entrammo in quel campo di stecce di girasoli, a ridosso della linea ferroviaria, era passata quasi un’ora e mezza dal primo attacco. Lady proseguì dapprincipio a linea retta, sempre con il naso a terra, e poi piegò sulla destra fino ad arrivare alla rete che protegge la ferrovia, e che stava in una posizione sopraelevata rispetto al piano del campo. Qui le erbacce infoltivano in modo consistente, e la Lady saliva e scendeva dal piccolo terrapieno, segnalando con una tonalità che adesso era decisamente allarmata. Poi tornò indietro di qualche metro, ridiscese nel campo ma subito dopo s’infilò fra le erbe alte, dove emettendo un ululato un po’ più stizzato degli altri, fece schizzare la lepre allo scoperto. Sparai subito, impedendo all’orecchiona d’infilarsi dietro un gruppo di alberi, e potendo così offrire alla straordinaria cagnina, una “curèe” che entrambi non abbiamo più dimenticato.
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