Si, decisamente si, ai segugi francesi sulla lepre. Innanzitutto, secondo me, perché hanno un gran naso. E mentre nelle situazioni davvero difficili, se manca il fisico, il naso sopperisce alla deficienza, è difficilissimo che accada il contrario. Ovvero, se si dispone di un cane non dotatissimo sul piano fisico, ma che possiede un naso superiore, questo soggetto troverà sempre la lepre. Magari ci vorrà l’intera giornata, ma alla fine almeno una la troverà. E questo anche in condizioni davvero estreme, come gelo , pioggia, o calura rovente. Se viceversa abbiamo un ausiliare che si dà un gran daffare, battendo a velocità i campi e i colli e annusando dappertutto, ma il cui olfatto è ordinario, si può star certi che, se nelle giornate buone per l’usta sembrerà un fenomeno, in quelle cattive, che poi a mio avviso sono la maggior parte, ci farà tornare a casa senza neanche aver sentito uno scagno. Un’altra buona ragione per utilizzare le razze francesi è la facilità di coesione che si riscontra in esse,e che consente di formare delle mute omogenee e collaboranti, nelle quali i compiti di lavoro vengono rispettati in maniera naturale.
La fedeltà alla traccia ed alla passata, conseguenza sia dell’olfatto raffinato sia della coesione, è un’altra delle doti fortemente connaturate che conferisce a questi cani il fregio di “chiens d’ordre”, cani d’ordine, ossia formanti un perfetto equipaggio, efficiente e soprattutto obbediente.
Ovviamente, fermo restando il fatto che le mie opinioni, come quelle di chiunque, non possono avere il crisma dell’infallibilità, esistono anche degli aspetti della personalità e del modo di essere di questi cani che non tutti gradiscono. Uno di questi è lo scarso spirito d’iniziativa. Chi è abituato a cacciare la lepre con il segugio italiano, ad esempio, e passa ai francesi, dovrà essere una persona esperta ed un conoscitore dei posti di caccia che intende battere, poiché in sostanza, in fase di ricerca della passata notturna i cani analizzano si meticolosamente ma il più delle volte si aspettano che sia il canettiere a dir loro cosa analizzare. Come tutti i cani selezionati per operare in grandi mute, i segugi francesi rendono meno bene se utilizzati a singolo. La mia Lady andava benissimo per il tipo di caccia che io praticavo e pratico tuttora, ma se avesse dovuto essere impiegata nelle classiche battute nostrane con squadrette di tre o quattro cacciatori appostati, sarebbe stata molto meno efficiente e vantaggiosamente utilizzabile. Ribadisco ancora una volta con forza la mia opinione: i segugi inglesi e francesi rendono meglio se in gruppi o mute. Se vogliamo il singolo, io rimango dell’avviso che altre razze si presterebbero meglio alla bisogna. Per finire, i cani da seguita francesi sono di solito molto schematici nei loro ragionamenti, e fidando nella loro potenza olfattiva raramente si prestano a voli pindarici cerebrali, tipo intuizioni geniali o furberie malandrine. Loro lo dicono chiaramente, con i vocioni tonanti e lamentosi di cui dispongono: “caro amico , il servizio che noi ti offriamo comprende un olfatto straordinario, capace di rilevare emanazioni difficilissime da percepire per altre razze, una grande disciplina, ed un’obbedienza che tu non ritrovi da nessun’altra parte. Ma, per favore, non ci chiedere cosa c’è sotto quell’albero lì in mezzo al campo, perché te lo potremo dire solamente dopo che il nostro naso ci avrà condotti laggiù …”.
CANI DA SEGUITA: I BLEU DE GASCOGNE, NASI PIGLIATUTTO..
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