Il bacino del Mediterraneo è stato da sempre fulcro e fucina di scambi d’ogni genere. Naturalmente questo vortice di interazioni politiche, commerciali e militari hanno pesato, confortati da imponenti documentazioni, anche sulla diffusione e sulla formazione delle razze canine che in quest’area avevano visto il loro sviluppo.
Una delle teorie più accreditate, proposta dal già citato Humel, sostiene che i segugi jugoslavi siano il frutto di una commistione fra gli antichi cani da corsa del bacino del Nilo, quindi levrieri veri e propri, con cani provenienti dalla Grecia attica. Successivamente, gli usi locali, la mancanza di tradizioni equestri di caccia a cavallo, gli influssi indubbi provenienti dai segugi svizzeri ed italiani hanno plasmato, sotto la sferza di un clima e di un territorio con pochi scrupoli, le due attuali razze Istriane, ovvero il pelo liscio ed il pelo forte. Personalmente mi sento di condividere appieno questa ipotesi. Aggiungo inoltre che l’assoluta mancanza di visione sportiva che le popolazioni levantine e slave hanno, fino a pochi anni fa riservato all’attività venatoria, ha plasmato dei segugi che potrebbero benissimo essere impiegati come cani da caccia generica. Ovvero hanno mantenuto quei caratteri di primordialità che pur facendoli uscire dai canoni che noi definiamo “classici” del segugio occidentale, li hanno senz’altro favoriti dal punto di vista dell’efficienza.
Un’altra ipotesi teorica è quella di una diretta discendenza da quei “veltri” utilizzati e diffusi dai Romani in tutta l’Europa da loro conquistata. Questi cani, dapprima di varie taglie e colori ma tutti invariabilmente tendenti al dolicomorfismo, hanno poi avuto contatti con i segugi che intanto si erano formati in Europa centrale, come quelli svizzeri e quelli austriaci. A guardare bene, però, le due linee teoriche non sono molto distanti. I Romani i loro veltri li avevano ottenuti con copiose infusioni di sangue greco e nilotico, e solo successivamente avevano dato quella che poteva essere considerata un’impronta selettiva e caratterizzante.
Dunque, come appare evidente, alla fine il cerchio si chiude. Ed ancora una volta i tumultuosi avvenimenti ed i segreti del Mare Nostrum, sono i soli che potranno avere l’ultima, definitiva parola.
IL SEGUGIO ISTRIANO : “NASO” D’ORIENTE…
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