Sabato mattina scioglie la “muta”. La sera prima ha piovuto e la giornata è plumbea ed opprimente. La coppia originaria comincia a cercare la passata verso il boschetto, mentre l’accostatore si spinge verso la casa abbandonata, in cima al poggio. Le due cucciolone scorrazzano da una parte all’altra giocando fra di loro senza nemmeno mettere il naso a terra. Il giovane freme, impallidisce, impreca mentalmente. Poi riflette che è chiaro: avendo solo un anno, le due cagne non possono di prima sciolta comportarsi in modo maturo. Sicuramente cambieranno atteggiamento al primo segnale di reperimento. Lo scagno avviene, puntualmente, ad opera dell’accostatore vicino all’aia del vecchio rudere. La femmina della coppia originaria lascia il compagno ancora testardamente ai margini del bosco e corre sulla voce, mentre le due cucciolone sembrano essere totalmente scomparse. L’accostatore prosegue nelle segnalazioni, con la femmina sempre dietro che scagna solo ogni tre o quattro battute e con l’altro maschio che ora ha deciso di concedere la sua attenzione, ma sempre con riserva e berciando laddove il filo di passata era stato già rilevato. Ma le due cucciolone ancora non si vedono. Il giovanotto comincia ad innervosirsi ed a fare mille ipotesi sul dove possano essere andate, sul cosa possano star facendo. Il suo desiderio viene appagato pochi secondi dopo: un urlo di scovo lancinante, seguito da una feroce canizza strappa l’aria ovattata dall’umidità. I tre cani adulti sollevano all’unisono il naso da terra e scattano come baleni verso la fonte dello scagno, abbandonando la passata e lasciando a bocca semiaperta lo stupefatto conduttore. Ma com’è possibile? Perbacco che fenomeni! Vi rendete conto?? Due cucciolone alla prima sciolta che vanno dritte sul covo della lepre!! Il giovanotto mette le ali ai piedi e, con quelle, vola verso i suoi segugi. Stringendo il fucile fra le mani, forte dei suoi vent’anni, il baldo cacciatore corre saltando come un capretto in direzione del bosco da cui era scaturito l’urlo divorante di poco prima. Intravede i cani, poi li perde di vista, poi ricompaiono di nuovo fra le scope ed i ligustri. Decide di fermarsi e solleva il fucile. Scorge un movimento fra le erbe del sottobosco in direzione del rumore di canizza tenendo d’occhio i margini del querceto ed in capo a qualche secondo un’ombra si proietta sul medicaio. Imbraccia velocemente, ma si paralizza all’istante come pietrificato. Un magnifico gattone bianco e nero scatta fra l’erba per poi ritornare rapidamente nel bosco. Dietro di lui, la “muta” al completo. Il giovane sembra di cera. Un gatto! Un maledetto gatto, ecco cosa hanno scovato quelle due cagne!! E quegli altri buoni a nulla tutti dietro! Anche il Bill….Dio, no! Da tutti ma non da lui …..
Il giovane, fermo in canile, osserva quella sorta di armata Brancaleone che è la sua muta e pensa. Adesso ha capito. Adesso non sbaglierà un’altra volta.
Seguita: l’Armata Brancaleone
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