“Tiri bene, Simone: hai frequentato una scuola?” gli chiesi per ristabilire un po’ di cordialità.
“Si, mi è sempre piaciuto sparare e appena ho potuto ho preso la licenza e mi sono iscritto presso una Società dalle mie parti..”
“Però lo sai che a caccia la situazione può essere molto diversa da quella del campo di tiro, vero? Hai mai tirato ad una lepre o ad una gallinella d’acqua?
“ Ho tirato al piattello lepre..”. Annuii, e scendemmo sul canale.
Perduto in un mare di canne e rovi seccati dal gelo dicembrino, Zagor sfrascava senza requie alla ricerca di un’usta. Penny lo seguiva devota e attenta, ben conoscendo l’abilità del vecchio maestro e noi, dietro di loro, marciavamo in silenzio nel freddo della mattina.
“Può esserci qualche beccaccino?” mi chiese Simone a bruciapelo.
“Può esserci tutto. Ma ricordati ciò che ho detto prima.”
Zagor entrò in ferma dieci minuti più tardi. Era con le zampe in acqua e puntava verso una rovata che arrivava fino all’argine, sul quale ci trovavamo noi. Penny gli stava dietro, fremente per l’attesa ed io dissi al giovane di stare attento.
“Che sarà? Un fagiano? Forse un’anatra…” fece lui a mezzo tono, con gli occhi stretti per l’attenzione.
“ Al novanta per cento è una gallinella d’acqua. Stai attento, ripeto, perchè tocca a te sparare per primo. O vuoi cedere il posto ad Umberto?”
“No no..sparo io: diavolo, la gallinella d’acqua è uno dei tiri più facili, lenta com’è..”
“Bene. Però stai attento.”
“ Verso dove partirà?”, chiese ancora Simone guardando Zagor in ferma statuaria.
“Può partire verso qualunque direzione. Ma tanto è lenta no? Soprattutto per uno come te..” . Come un folletto nero, una grossa gallinella venne fuori dal rovo dirigendosi verso il centro del corso d’acqua, da dove emergeva una cresta di canne e detriti. Simone sparò, ma inaspettatamente le mise dietro la prima botta, facendo un gran buco nell’acqua. Per un attimo si vide ancora l’animale impaurito che svolazzava fra un canniccio ed un altro, inseguito dalla seconda fucilata che decapitava qualche stelo e dallo sguardo di fuoco della labradorina in attesa della caduta. Poi, la gallinella prese il nastro del fiume e si portò inesorabilmente fuori tiro. Il giovane era attonito, incapace di capire come poteva aver mancato un bersaglio che lui considerava facile e lento. Non infierii. Sarebbe stato ingiusto e poco didattico. Mi limitai a fargli osservare certe evidenze ed a rivelargli alcune “segrete” verità. Verità che sanno di di campo, di bosco o di acquitrino, e che possono apprendersi davvero solo quando ad insegnarle è stata la caccia.
Caccia vissuta : L’ospite
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