Nel prosieguo della cacciata catturammo ben cinque gallinelle di cui tre ammazzate da lui, oltre ad un germano e ad una fagiana. Zagor fu il protagonista indimenticabile di quella che probabilmente è stata la sua ultima grande cacciata, e Simone, quel giorno, imparò alcune cose che gli permisero di diventare un buon cacciatore. La prima è che non bisogna mai giudicare un cane da caccia senza prima averlo visto al lavoro, ovvero sfrondarsi di tutto quanto è inerente alla sfera della cinofilia agonistica ma che con la caccia, soprattutto quella in ambienti acquatici, ha poco da spartire.
La seconda è che l’emozione offerta dalla ferma di un cane con la relativa fervida attesa del frullo, può giocare scherzacci anche a chi tira come Buffalo Bill. E’ vero che Simone catturò tre gallinelle ed abbattè splendidamente il germano che trasvolava il letto del canale: però, oltre all’animale di cui narro nell’articolo, sbagliò di brutto un altro rallide e anche la fagiana, nonostante la scuola, la baldanza e il fucile
automatico.
La terza cosa invece è che non bisogna mai sottovalutare l’intelligenza della selvaggina, e tenere sempre a mente che non è un piattello d’argilla lanciato da una macchina, bensì un essere vivente a cui dobbiamo rispetto, e che lotta con tutte le sue energie per portare in salvo la pelle.