La telefonata arrivò inaspettata il venerdì sera di un ghiacciato dicembre, ormai tanti fa, mentre, già seduto a tavola, aspettavo che mi servissero la cena. Era mio fratello, che chiedeva se per la domenica successiva fossi stato disposto a fare da guida a caccia ad un suo giovane collega alla seconda licenza, che l’anno precedente non aveva goduto del giusto supporto ed era rimasto pressoché privo di pratica venatoria. Gli chiesi che tipo fosse il ragazzo e lui mi rispose che si trattava di un bravo giovane, anche se tendeva ad una certa spavalderia e ad autoincensarsi piuttosto facilmente. Tipico dei principianti. Tentennai un pochino, sollevai finti limiti d’orario e feci per rispondere no. Non avevo voglia di sopportare un giovane tacchino. Umberto giocò allora la carta vincente: “E’ un tuo lettore sfegatato e quando ha saputo che sono tuo fratello non mi ha più dato tregua. Fammi ‘sto favore così ce lo leviamo dalle scatole.”
Domenica mattina alle sette, i due erano a casa mia. Ero curioso di conoscere il “lettore sfegatato” dotato di tanta faccia tosta da chiedere un incontro con tanta insistenza. Balto, il mio poderoso cerbero maremmano, riconoscendone l’auto lasciò scendere mio fratello ma non consentì al giovanotto di muovere nemmeno un passo prima della mia uscita dal portone di casa. Simone era un venticinquenne magro, pallido e piuttosto alto, a cui come cacciatore nessuno avrebbe dato un centesimo. Il fisico non c’era, però si vedeva che era un ragazzo educato e questo lo inquadrò immediatamente ai miei occhi in una benevolente cornice positiva. Era visibilmente emozionato ed io per sciogliere il ghiaccio gli chiesi che fucile adoperasse. Un automatico, mi rispose come se fosse la cosa più scontata del mondo. Non ne avrei mai dubitato, pensai, dandomi dello sciocco per aver posto quella domanda.
Per farla breve, presi dal canile Zagor, il vecchio pointer, e Pennyblack la labrador e ci avviammo verso il Canale Maestro. Notai che il giovane osservava i cani con grande attenzione, e di botto mi disse: “ Questo allora è il famoso Zagor! Certo, si vede che è anziano…ma, oddio, ma è cieco!”
“Quasi cieco”, precisai.
“Scusi, perché ha preso lui? Ho notato che aveva altri due bellissimi pointer nel canile..Poi, vedo che trotticchia..”
“ Se è vero che sei un mio lettore la risposta la dovresti conoscere da solo. Per andare a caccia sull’acqua ho preso i più adatti e comunque, quanto a cani da ferma,non troveresti niente di meglio di Zagor da Arezzo fino al lago di Chiusi.. ”, risposi io esagerando, un po’ irritato dall’appunto. “E riguardo al trotticchiare, ti garantisco che ad ottant’anni trotticchieremo anche noi” conclusi. La prima impressione di buona educazione stava iniziando a fare qualche crepa.
Caccia vissuta : L’ospite
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