Di tutt’altro tipo invece, sarà la strategia da seguire in caso di giornata piovosa, preceduta da piogge intense ed umidità generale. Verrebbe spontaneo dire di non uscire con i segugi. Probabilmente sarebbe la scelta migliore. Tuttavia se poniamo qualche attenzione, anche in queste contingenze non proprio esaltanti potremo ottenere qualche risultato. Se, in caso di solleone e gran secco la lepre tenderà a rimanere dove le piante possono conservare un minimo di umidità e quindi di appetibilità, in caso di forti piogge, soprattutto se precedute da giorni di similare consistenza atmosferica, la nostra orecchiona cercherà soprattutto di rimanere all’asciutto. Dobbiamo tenere presente che la lepre affida la sua sopravvivenza a due strumenti fondamentali: le gambe e l’udito,“armi” entrambe efficientissime nonché coadiuvate da un notevole potere olfattorio. Se dunque, soprattutto nella campagna coltivata con il terreno reso pervio dalle lavorazioni, le sue possenti difese, ovvero le zampe posteriori dovessero essere preda del fango, la lepre vedrebbe calare vertiginosamente le proprie possibilità di sopravvivenza. Primo. Secondo, la lepre non ama che il suo covo sia eccessivamente bagnato o umido o, peggio, che vi ristagni dell’acqua. Questa consapevolezza sarà l’unica cosa positiva di un’apertura sotto la pioggia e su un territorio fatalmente allagato. Se viviamo in ambienti di pianura completa, tipo la pianura padana, l’unico nostro punto di riferimento saranno i greppetti dei canali e dei fiumi, i grandi alberi, le vigne oppure i frutteti. I greppetti dei canali sono praticamente gli argini esterni, che trovandosi rialzati, seppur debolmente, rispetto al terreno circostante offriranno un punto di riferimento alle lepri per accovarsi alla meno peggio. Curiosamente, la prescrizione coincide con una di quelle fornite per il tempo secco, ad ulteriore conferma che in tutte le cose, anche fra le più impensabili, gli estremi vengono inevitabilmente a toccarsi. Se viviamo invece in una zona in cui oltre al piano abbiamo a non grande distanza anche le colline, per esempio in Valdichiana o in altre valli toscane, consideriamo la possibilità di sciogliere in cima ad una di queste, soprattutto se alberate con olivi, cipressi o quercioli. La lepre non avrà alcuna necessità particolare di avvicinarsi ai corsi d’acqua potendo contare su una buona pastura umida praticamente dappertutto ed allora opererà la scelta di rimanere laddove il terreno può consentire uno sgrondo rapido delle acque. Ho potuto osservare, a titolo di esempio, che in casi di giornate piovose uno dei punti d’elezione per la nostra lepre, è costituito da grandi alberi con ampie radici superficiali, posti in collina. Tuttavia vorrei ribadire che se la pioggia è davvero di quelle torrenziali, la scelta migliore rimarrà sempre quella di rimanere a letto a tener compagnia alla moglie, invece di uscire. Non è solo per la pioggia, ma la situazione è resa proibitiva dal fatto che benchè piova saremo sempre a settembre, il che vorrà dire che ci sarà umidità ed afa nello stesso tempo, mix micidiale anche per il miglior segugio. Magari, in questi casi si potrà rimandare al pomeriggio, quando, sperabilmente le condizioni atmosferiche saranno un tantino migliorate. Allora potremo avvalerci dei punti di riferimento che ho suggerito, sempre considerando i criteri che porteranno la lepre a scegliere un posto anziché un altro.
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