Resta da dire che questa scelta, se proprio la piccola zona è promettentissima, può essere affrontata se si dispone di un certo tipo di cani. In quel caso la storia cambia , anche se la vicinanza con le strade è sempre fonte di preoccupazione e pericolo, oltre che, spesso, di scivolamenti nell’illegalità. Dei cani, vedremo più avanti.
Come accennavo, un’alternativa all’apertura tra i coltivi, nel caso di caldo secco, potrebbe essere quella effettuata sul greto di un torrente. Qui la situazione varia in maniera radicale. La lepre spesso può scegliere questo accomodamento in virtù dell’inevitabile e costante corrente d’aria che si forma e che rende più fresco tutto l’ambiente circostante, consentendo il mantenimento della turgidità alle erbette o alle essenze boschive circostanti. Si tratta di una scelta che può produrre risultati insperati ed insperabili quando le zone tradizionali non hanno concesso nulla di buono, anche se, ovviamente ci sono i pro ed i contro. I pro li abbiamo visti, mentre i contro sono il territorio difficile da battere per l’orografia e la composizione floristica, le variazioni violente di terreno che potranno indurre facilmente i cani in rallentamenti e perdite del filo della passata, l’accresciuta difficoltà di condurre un inseguimento e, parallelamente, i maggiori ostacoli nella disposizione delle poste. Tuttavia, ripeto, sulla scorta della mia esperienza, molte volte il gioco vale tutta la candela, stoppino compreso, poiché ci sarà meno concorrenza, e spesso questa sarà di tipo “allopatico” ossia data dalla presenza di colleghi con il cane da ferma, quindi meno pressante soprattutto spazialmente. Forse ci sarà qualche lepre in meno, perché di solito i ripopolamenti non vengono effettuati in questi ambienti, ma quelle che ci saranno potranno essere cacciate con maggiore tranquillità operativa, cosa decisamente non da poco in una giornata come l’apertura.
Apertura alla lepre: l’alba del primo giorno
Condividi: