A Pescosolido (Frosinone), dove la maggioranza (?) dei cittadini si sta opponendo alla proposta di ampliare il Parco Nazionale d’Abruzzo ad una porzione del territorio comunale come vorrebbe l’amministrazione comunale, sarebbe sorto anche un Comitato locale di favorevoli che invece vi vuole aderire. E per convincere i cittadini hanno diffuso un volantino di informazione. Peccato che si stia rivelando anche questo un modo per ingannare la gente; e se dietro dovesse esserci l’amministrazione comunale, la cosa da un punto di vista democratico (liberale) sarebbe molto grave!
Se si esaminano i vari punti in esso riportati, atti a diffondere l’idea che entrare nel Parco sia una buona cosa, si evidenzia subito il fatto che da nessuna parte c’è scritto a CHIARE LETTERE che una volta dato l’assenso a far entrare nel Parco quell’angolo di territorio MAI PIÙ ALCUNA FUTURA AMMINISTRAZIONE COMUNALE POTRÀ AVANZARE RICHIESTA DI USCIRNE! OVVERO, UNA VOLTA PARCO, SARÀ PARCO PER SEMPRE!
E questo sarebbe invece la prima cosa da far presente ai propri cittadini affinché siano messi in grado (ripetiamo, con metodo da liberal democrazia e non già da social democrazia!) di fare la scelta giusta. Quindi, non è che il Comune di Pescosolido si limiterà ad “aderire al Parco” come sta scritto nel volantino, ma diverrà PARCO PER SEMPRE!
Vi si sostiene che la zona contesa gode già di “vincoli europei”, ed è vero. Ma da nessuna parte sta scritto che i citati “vincoli europei” furono anch’essi IMPOSTI con lo stesso metodo più da ex URSS che da liberal democrazia! E che proprio per questo non vi è più necessità che diventi Parco. Quindi, non “un passo naturale”, ma una “RIVOLUZIONE”, invertendo quanto sta scritto nel volantino! Perché significa proprio PERDERE QUELLA LIBERTÀ che nel volantino si dice che “non verrebbe persa”. E questo significa ingannare il popolo!
“Un’area piccola”, si dice, quella da inserire nel Parco, ed è vero, ma che proprio per questo non se ne capisce la ragione di volerla far entrare nel Parco. Tanto più che, come dice il proverbio, l’appetito vien mangiando. E sarà ovvio un domani sentirsi dire di una necessità di allargala proprio perché troppo piccola.
Per valorizzare il territorio, come sta scritto nel volantino, non c’è bisogno che il Comune rientri nel Parco: lo si può fare anche autonomamente come già tanti Comuni hanno fatto in tutta Italia con la l’alternativa (questa sì ALTAMENTE LIBERAL DEMOCRATICA!) delle Aree Wilderness.
Certo, entrando a fare parte del Parco si “parteciperà alla Comunità del Parco che darà l’opportunità di fare parte di una rete che protegge promuove e investe nel territorio”, come riporta il volantino, ma forse era anche il caso di dire che darà anche qualche poltrona nel Consiglio di Amministrazione (ma non sarà certo offerta a cittadini che oggi fanno uso di quell’area)!
Infine, come mai non sta scritto che dopo oltre 100 (CENTO!) anni, salvo pochi casi e solo per alcune loro amministrazioni, probabilmente TUTTI i comuni ATTUALMENTE NEL PARCO SE POTESSERO USCIRNE LO FAREBBERO?
“La caccia in quelle aree è già vietato in quanto l’area interessata è attualmente adibita a Riservino dell’Azienda Faunistico Venatoria” sta scritto sul volantino. Ma perché non hanno scritto che, SIA PER LOGICA CHE PER LEGGE, nel momento che quel territorio entrerà del Parco, l’Azienda Faunistico Venatoria sarà tenuta a creare un equivalente, per estensione, nuovo “Riservino” nelle aree dove ora si caccia? Ovvero a chiudere la caccia su altri 300 ettari di area ora aperta alla caccia!
Murialdo, 3 Giugno 2025 Franco Zunino
Segretario Generale AIW