Nella beccaccia, l’epoca degli amori coincide quasi col periodo della migrazione, a fine marzo. I maschi, che normalmente fanno sentire assai di rado la loro voce, diventano, in questa circostanza, irrequieti ed emettono, molto spesso, un suono caratteristico, rauco, simile a un « quorr… quorr… » alternato a dei « psssiit… pssssiit » acuti, che si odono fin oltre 500 m. di distanza. Circa un’ora prima del tramonto,
essi, con volo quasi radente, descrivono nell’aria ampi giri ed evoluzioni, percorrendo diversi chilometri, instancabilmente. Un inesperto potrebbe anche scambiarli per rapaci notturni, perché il loro lungo becco, semplice caratteristica atta al riconoscimento immediato, mal si distingue nelle prime ombre della sera. Le femmine, intanto, se ne stanno in terra, nascoste, quasi noncuranti dei corteggiamenti amorosi, limitandosi a segnalare la loro
presenza mediante brevi ed intermittenti richiami. Quando, poi, gli acrobatici cavalieri del cielo si azzuffano accanitamente fra loro, per otte-nere le grazie della sposa prescelta, essa ancora più impassibile, assiste tranquilla allo spettacolo. Voli e zuffe terminano al sopraggiungere della notte, per riprendere all’alba dell’indomani. Formatesi le coppie, prima che l’accoppiamento avvenga. il maschio fa bella mostra di sè gonfiando le penne ed allargando la coda a ventaglio La coppia volteggia per l’aria con voli rapidi, brevi e leggeri e si rincorre sulla terra, emettendo frequenti ed allegri « psipipipit-psipipit ». Scelta, poi, una depressione del terreno, tra la vegetazio-ne cedua dei boschi o fra il muschio o nel fitto della bassa vegetazione, la femmina prepara il suo nido, foderandolo con foglie ed erbe secche. Le uova, quattro in media, delle dimensioni di 44×33 mm. e del peso di circa 26 gr., sono picchiettate di bruno rossiccio e di bruno-giallastro, su fondo giallo rossiccio.
CONOSCIAMOLA MEGLIO: LA BECCACCIA
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