Può accadere, percorrendo le strade della campagna toscana, di essere salutati da grossi cani bianchi, con teste imponenti, molto pelo e dentature formidabili.
L’ “accoglienza” non può certamente definirsi cordiale, ed anzi spesso sconfina in un’ autentica, congrua minaccia. Avremo fatto così la conoscenza dei pastori maremmano-abruzzesi nel pieno esercizio delle loro funzioni. Sono i pastori Italiani per antonomasia, gli incorruttibili difensori che ormai da millenni proteggono le nostre greggi e le nostre proprietà, e che fino a pochi anni or sono, e qualche volta ancora adesso, affrontavano lupi, orsi e predatori a due e quattro zampe mettendo a repentaglio la vita e ricevendo in cambio solo un po’ di pane secco, di latte, e se andava grassa l’avanzo di qualche frattaglia.
Malgrado ciò, loro non ci hanno mai tradito. Né hanno mai aspirato a qualcosa di diverso che non fossero le montagne, gli spazi aperti o gli armenti su cui vegliare.
Mi si dirà: come è possibile indovinare le aspirazioni di un cane ? Domandiamolo ai cani, ed avremo la risposta. Un pastore maremmano in un appartamento di città è come un falco in gabbia. Perderà il pelo, si intristirà irrimediabilmente, e diventerà presto solo l’ombra della magnifica creazione zootecnica che rappresenta. Ma portate lo stesso cane in campagna, dategli un’aia da proteggere o degli animali da sorvegliare, e il depresso cagnone cittadino rifiorirà in breve tempo sotto i vostri occhi. E’ un esperimento che potrà insegnarci molte cose su questa razza, e che ci darà la misura di quanto radicata sia in lui la consapevolezza del proprio ruolo. D’altro canto, la sua storia non è storia di ieri e nemmeno di ieri l’altro. E’ storia antica. Le sue origini si perdono nel cuore dell’Asia da dove tremila anni fa ha seguito i pastori nomadi nelle loro interminabili e spesso definitive migrazioni, giungendo fino in Europa. Erano noti ed apprezzati ai tempi dell’Impero di Roma, e già nel primo secolo dopo Cristo Columella ne riportava, nel celebrato “De Re Rustica”, la descrizione dell’aspetto e delle attitudini con dovizia di particolari. Erano i Canis Pastoralis che possedevano, per dirla con il vate latino “aspetto di lupo, pelo d’agnello, cuore di leone”.
PASTORE MAREMMANO-ABRUZZESE : IL GRANDE GUARDIANO..
Mondo CaneCondividi: