Il nome “Vizsla” deriva quello di un villaggio sulle rive del Danubio. Tuttavia, pare che la parola sia legata ad un termine turco che potrebbe suonare come “cercare”. In ogni caso, a prescindere dall’origine della razza e dal significato del suo nome, è un dato di fatto incontestabile che il Bracco Ungherese è stato sviluppato dall’aristocrazia, dapprincipio per trovare la selvaggina per i falconi e successivamente per la caccia con le armi da fuoco, seguendo così la trafila che invariabilmente accomuna tutte la razze “da fucile” di una certa antichità, qualsiasi sia il paese d’origine.
L’Ungheria è un paese con vastissime zone aperte e pianeggianti, ricoperte da essenze
erbacee che danno ricetto ad una varietà interminabile di fauna. In questo tipo di situazione, solo un cane con determinate caratteristiche avrebbe potuto essere d’utilità ed avrebbe consentito una proficua azione venatoria. Questi requisiti, imposti dall’ambiente, hanno da soli determinato molta parte dell’attuale conformazione e comportamento del Vizsla, il bracco nazionale: schiena e gambe forti e lunghe, resistenza e buona velocità media per poter coprire le distanze con efficacia e per molto tempo, nonché ferma solida e consapevole onde permettere al cacciatore di poter arrivare sul posto senza affanni e patemi. A ciò va aggiunto amore per l’acqua supportato da un pelo corto e denso, quasi untuoso al tatto e notevole forza fisica, per affrontare chiari di padule a volte sterminati e riporti impegnativi di selvaggina pesante quali oche e lepri. Il Vizsla è il pointer d’oriente. Gli “imput” genetici ed ambientali sono gli stessi: come il Pointer, il suo albero genealogico è abitato da zii segugi e nonni levrieri, ed al pari del collega inglese si è dovuto formare, come abbiamo visto, in territori di grande vastità. La differenza è stata data, oltre che da altri fattori, dal filtro rappresentato dall’antagonista elettivo. Per il Pointer furono la Grouse e la Starna, per il Vizsla è stato senza dubbio il fagiano. Come si fa ad esserne sicuri? Basta guardare all’antichità di formazione e trarre due semplici considerazioni: nell’Ungheria medievale, ma anche in quella successiva, nessuno avrebbe pensato di selezionare un fermatore sulla starna o sul beccaccino, quando era presente il corposo ed abbondante fagiano, malgrado l’impiego in falconeria che questa razza ha avuto. E probabilmente, se il Pointer fosse stato così antico, anche lui avrebbe subito lo stesso filtro e gli stessi aggiustamenti dovuti ad un tempo in cui la caccia sportiva non era ancora pienamente contemplata.
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