I Vizsla hanno storia antica. I loro antenati risalgono ad oltre un migliaio d’anni fa, ossia al tempo in cui cani da caccia di un tipo simile all’attuale venivano introdotti in Ungheria dalle tribù magiare che avevano iniziato la lunga campagna d’invasione del paese. Questi cani mostravano un bel colore dorato, e ben presto dovettero prestarsi ad essere incrociati con dei cani locali, tipo segugio, che erano correntemente utilizzati nelle vaste pianure della Pannonia. Non si trattava di veri e propri segugi, almeno non come li intendiamo noi; erano piuttosto dei cani generici che erano impiegati su tutta la selvaggina ma che mostravano delle forti tendenze morfologiche braccoidi. Gradualmente, anche con il sicuro innesto di sangue levriero, il veloce Magyar Agar, il tipo evolvette verso l’elegante cane che oggi conosciamo ed apprezziamo.
Successivamente, intorno alla metà dell’ottocento, il sangue del dorato bracco d’Ungheria, subì alcune infusioni che pesarono e per alcuni versi pesano tuttora, sul futuro della razza. Il primo innesto pare sia stato di Bloodhound e francamente non saprei valutare appieno una scelta simile, che per molti versi ha significato ritornare indietro di almeno seicento anni. Probabilmente si volle preservare una finezza di naso e restituire una sostanza d’ossatura e di mantello che il sangue levriero aveva alleggerito. Un’altra immissione, questa volta più ragionevole, venne dal Setter Irlandese. Con questi geni, la dolicomorfia e la propensione alla ferma vennero mantenute aumentando però notevolmente la reattività e guadagnando un colore dorato più carico. E, nel 1880, veniva aperto ufficialmente il primo libro genealogico della razza.
Pag 2 »