La storia di Ernest Hemingway inizia a Chicago, nel sobborgo di Oak Park e sarà sempre segnata da due grandi passioni: la scrittura e la Natura, quest’ultima inculcatagli dal padre, un medico naturista di famiglia benestante che lo iniziò alla caccia, alla pesca, e al rapporto con gli animali.
Fina da piccolo dotato di un carattere ardimentoso, colse l’occasione di mostrare il suo animo tutt’altro che borghese quando gli Stati Uniti prendono parte alla prima Guerra Mondiale. Il giovane Ernest, appena diciannovenne, si arruolò e venne mandato sul fronte italiano, dove si distinse per il suo coraggio quando trasportò a spalla un ferito sotto il fuoco austriaco. Venne per questo poi decorato alla fine del conflitto con la Croce di guerra americana e la Medaglia d’argento italiana. Rientrato in patria fu celebrato come un eroe, ma l’esperienza appena vissuta lo aveva ormai irrimediabilmente cambiato, al punto di sentirsi fuori posto nel suo paese, e volle dare una svolta alla propria vita. Si trasferì a Parigi, ma nel contempo intensificò le collaborazioni con varie testate giornalistiche scrivendo brevi racconti. Ma è solo con la pubblicazione di “In our time”, nell’aprile del 1924, che Hemingway venne definitivamente consacrato come grande scrittore, ottenendo un successo immenso.
Quindi i ruggenti anni parigini, e poi la Spagna con la sua Rivoluzione, le corride, la maturazione psicologica. Vennero i safari alla scoperta del continente Africano, e i frequenti trasferimenti alle Key West, dall’altra parte del mondo dove al tempo della seconda Guerra Mondiale con un gruppo di amici prese a pattugliare le coste sulla sua barca, tra una battuta al marlin e una allo squalo armato di mitragliatrici e lancia razzi, alla ricerca di improbabili sottomarini nazisti .
Quindi poi la vita a Cuba nella celebre Finca vigia, i drink a La Bodeguita e al Floridita, e i suoi voli a New York, dove al Club 21, in abito da sera portava a cena Marlene Dietrich. Una vita da leggenda insomma, per quello che è stato uno dei miti più grandi della letteratura e della società d’ogni tempo.
Ernest Hemingway: Verdi colline d’Africa
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