Il vecchio scozzese e sua moglie Mary aspettavano con impazienza l’arrivo della figlia con il marito ed i due nipotini, per trascorrere insieme i giorni del Natale e salutare l’anno 1975. Eliah era un vecchio ferroviere, che aveva servito le British Railways per oltre quarant’anni, aveva visto il lento sgretolarsi di un impero coloniale, aveva sopportato due guerre mondiali e ora assisteva impotente ad un trapasso d’epoca con la radicale trasformazione di quel mondo che aveva sempre conosciuto. Cacciatore e pescatore da sempre, aveva inseguito voli di pernici e frulli di beccacce con la stessa passione che metteva nel preparare le mosche da offrire ai salmoni degli impetuosi torrenti dell’ovest. Da anni ormai non cacciava più. La soglia degli ottanta era stata varcata già da tempo e quelle stesse gambe che lo avevano portato a vagabondare per tutti i boschi di Scozia erano diventate ballerine, e facevano pari con i suoi occhi azzurri ed acuti, progressivamente offuscati da una perfida cateratta che avanzava senza rimedio. Sopra il camino appoggiava buona parte della sua vita: le foto di quand’era pilota nella RAF, di alcuni cani che aveva avuto, del giorno del matrimonio. Poi alcune immagini dei figli e dei nipotini, un vecchio trofeo di pesca a mosca, un beccaccino imbalsamato e una medaglia che le ferrovie gli avevano conferito quando era andato in pensione. Amava i cani senza riserva alcuna e nella sua lunga vita di cacciatore ne aveva avuti tanti, tutti maschi e sempre, invariabilmente, di razza pointer.
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