Non è da tutti però. Non più. Ormai da troppi anni la presenza della nostra simpatica maestrina è soggetta ad ondivaghe altalene dovute al cambio o al degrado di areali un tempo vocati e ai sopravvenuti mutamenti atmosferici dei quali con mestizia dobbiamo prendere atto, rendendo con ciò sempre meno sicura la sua presenza in numero sufficiente alle nostre latitudini. L’anno scorso ce n’erano in quantità da tempi d’oro, ma quest’anno, ad esempio, di quella sterminata legione ne sono arrivate nemmeno il dieci per cento. Chi ha la fortuna di vivere in ambienti che la ospitano con una certa continuità stagionale, e penso al nostro Sud, dovrebbe cogliere ogni opportunità per condurre il proprio giovane ausiliare ai suoi impagabili corsi di studio, tenendo sempre a mente che non c’è altro selvatico come la quaglia per potersi istruire quale fermatore di classe rimanendo un pratico cane da caccia, impareggiabile ai fini del carniere. Chi ha forgiato i suoi cuccioli solo sulle starne in Polonia o in Ungheria, o non so dove, avrà senza dubbio gettato le basi perchè i suoi allievi riescano come soggetti da “gara” ( ahimè…), ma ha compiuto un passo azzardato riguardo al loro futuro in caccia pratica, ovvero l’unica ragione perchè esista un cane da caccia. E’ come instradare verso la scuola superiore un pur dotatissimo bambino senza avergli fatto frequentare le classi inferiori: se anche fosse legalmente possibile e ne venisse fuori uno scienziato, le incognite circa la sua riuscita di uomo sicuro nel quotidiano mestiere della vita crescerebbero senza scampo.
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