Innanzitutto, di quaglie se ne possono incontrare di tanti tipi, e tutti magari nella stessa giornata. Possiamo trovare quella da “corsa”, restia al volo fino all’estremo sacrificio, la quale può essere utilmente sfruttata per sgrezzare le qualità di guidaiolo, ove fosse rimasto qualcuno che le possiede, del nostro allievo ancora avvolto dal “corpus” mentale dell’adolescenza. La quaglia s’inoltrerà in un labirinto d’erbe e sterpi percorrendo dei ghirigori degni della fantasia d’un artista arabo e costringendo il cane a fermare, avanzare e fermare ancora mantenendo il contatto con la sua fatua, fluttuante emanazione. Naturalmente solo i migliori riusciranno a metterla in ala, e molte volte nemmeno quelli se la vegetazione è ad erboni alti e fitti, ma per tutti sarà stata una salutare, preziosissima lezione di autocontrollo. Più avanti poi, il nostro giovane allievo potrà invece andare a bloccarsi su una di quelle di buone, bonarie, bonaccione quasi, che lo farà fermare bene e guidare ancor meglio, quindi s’alzerà con un frulletto rabbioso che sembra quasi una pernacchia, e ci darà l’occasione per trattenerlo e premiarlo per la sua “bellissima” azione. Normale routine per noi che lo sappiamo, ma trionfo assoluto per il suo giovane ego con conseguente, importantissimo aumento della sicurezza di sé.
Fatti altri duecento metri, il nostro giovane campione affronterà un’altra tipologia di quaglia: quella sospettosissima, con l’orecchio teso ad ogni rumore ma che si sente leggera e veloce solo in volo, ed allora frullerà mentre noi stiamo ancora marciando su di lei e il cane attraversa celere la spianata mettendosi di bolina sulla brezza. Lo scolaro, nel vederla levarsi dapprincipio rimarrà interdetto, ma pian piano capirà che deve stare attento, che il vento è suo alleato ma va saputo sfruttare, che non tutte le quaglie sono come quella che ha fermato un quarto d’ora prima. Allora rallenterà l’azione, abbasserà di quel ch’è giusto la testa per non lasciarsi sfuggire anche le particelle più prossime al suolo e infine comprimerà la profondità delle sue aperture mantenendone però l’estensione. Imparerà a dominare vento e terra, ad incanalare la passione e a mettere a frutto l’intelligenza. In poche parole, aumenterà la sua sagacia accumulando un bagaglio di nozioni e d’esperienze che gli torneranno utili in qualsiasi caccia debba poi trovarsi ad essere impiegato. Tutte, senza nessuna esclusa, saranno svolte al meglio delle possibilità, se il nostro cane avrà avuto modo di frequentare la scuola della quaglia.