Il libro, però, ha un’altra caratteristica: illustrato con semplici disegni a matita per essere familiare ai bambini, è stampato con un carattere «accessibile» per i disgrafici e dislessici: «Luca è una mente matematica, ma è un disgrafico e a scuola aveva avuto problemi. Poi invece si è laureato brillantemente in ingegneria. Quando è stata l’ora di stampare il libro abbiamo scelto il carattere Easyreading, che fra l’altro si può leggere anche in verticale, è comodo per le guide nei parchi e i momenti di animazione».
Il segreto? Secondo Filippi «Parlare ai bambini con semplicità. Noi vogliamo solo dire la verità e far conoscere il Trentino e la sua storia. Come nella fiaba de «L’An de la Fam»: se ne sta interessando il Muse perché non è un mito, ma un fatto vero. Era l’anno 1816 (fra l’altro, in questo 2016 è l’anniversario, un secolo fa). Una spaventosa eruzione di un vulcano nel Pacifico ricoprì l’emisfero nord di una nube di venere e quello fu un anno senza estate e quindi senza raccolto». Ma – spiega Filippi – fu un anno di grandi cambiamenti: Mary Shelley scrisse Frankenstein, gli europei cominciarono a mangiare le patate e fu inventata la bicicletta!
Storie di animali, ma per davvero: «La vaca Vittoria è questo: una storia per spiegare ai bambini che la vacca fa il latte solo per il suo vitellino, e invece il vitellino glielo portano via, e ce lo mangiamo. Mentre lei continua a fare il latte». Come a dire: chi è più crudele, il cacciatore, o l’industria alimentare?
«In fondo – dice Filippi – quello che volevamo era rompere gli stereotipi e tornare a raccontare le cose come stanno».
Gigi Zoppello (su “L’Adige”)
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