
Si sono appena conclusi i congressi territoriali e ormai è questione di giorni prima che abbia inizio l’appuntamento nazionale. Abbiamo rivolto alcune domande ad Osvaldo Veneziano, presidente uscente, per avere il polso di come l’associazione si sta preparando a questo importante appuntamento.
Come sta l’ARCI Caccia?
Dai congressi svolti esce un’Associazione con una salute molto buona ma sicuramente abbiamo creato i presupposti per poter fare di più in futuro. Il Congresso ha determinato con chiarezza ed irreversibilità la strada sa percorrere nei prossimi anni.
Come si dice: la linea c’è. Il dato numerico uscito è incontestabile per come sono stati espressi i voti nelle assisi in Italia.
A proposito, qual è il risultato finale?
Il Congresso nazionale svoltosi nei territori ha scelto con significativi numeri a supporto e senza ombra di dubbio. Si applicheranno Statuto, modello organizzativo, rapporti e percorsi unitari scelti dalla Mozione “L’Arci Caccia è per una Nazione orgogliosa dei suoi cacciatori”, quella che ha convinto i più.
Gli alibi sulle regole e le schermaglie tattiche sono archiviate e non c’è spazio per eventuali tentativi di tornare al punto di partenza, come nel gioco del Monopoli.
A Fiuggi si va per registrare il risultato della democrazia congressuale e per trarre le conseguenze operative negli organi nazionali e nelle regole per gli organi decentrati di direzione regionale e territoriale.
Quali sono i principali paletti, che derivano dall’ampia vittoria della Mozione Nazionale?
Tessera unica indivisibile. Il socio si iscrive all’Associazione ARCI Caccia che, nazionalmente, ne tutela i diritti e che articola la rappresentanza del socio, nelle Regioni e per territori per realizzare le politiche nazionali nell’autonomia di applicazione necessaria, senza strumentalizzazioni su gestione, assunzioni, licenziamenti che saranno competenze dei comitati regionali titolari delle risorse loro assegnate. Incompatibilità tra cariche elettive e dipendenti .
Il Consiglio Nazionale potrà deliberare l’adesione di Associazioni di settore o locali che, contestualmente, aderiranno al Comitato Regionale ARCI Caccia.
Il Congresso ha registrato anche una volontà unitaria al centro e nelle Regioni: federazioni o confederazioni tra Associazioni.
Nel dibattito dei Congressi sono rimaste ferme le posizioni di partenza?
No, il dibattito nei Congressi, in particolare laddove la Mozione, oggi di minoranza, ha voluto partecipare, ha registrato negli interventi di presentazione della stessa Mozione, elementi di chiarezza ulteriori sulle prospettive unitarie: nessuno scioglimento dell’ARCI Caccia e della FIdC, che significa che ognuno ha la sua tessera, un’ovvietà, perché è confermato che è un falso l’associazione unica con tessere diverse.
Nelle Regioni si fanno le Federazioni e le Confederazioni delle autonome Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute. Altre formule statutarie sono fantasie e non sono certo una richiesta della nostra mozione.
E’ stato un Congresso chiuso quello che si è celebrato fino ad oggi?
E’ stato un Congresso di chiarimento interno ma è servito ad una verifica della strategia unitaria di tutte le Associazioni, credo.
La FIdC Nazionale e Regionale è stata molto attenta al Congresso che si è svolto in Toscana, ci sono state riunioni prima e dopo incontri tra dirigenti di ARCI Caccia Toscana e il nazionale della FidC; il Presidente regionale della FIdC ha voluto incontrare il nostro Presidente del Consiglio Nazionale.
E’ stato un caso questo intrecciarsi di relazioni riservate e poco note?
La FIdC che pur aveva, per le vicende CONI, deliberato di sciogliersi a suo tempo, poi ha sofferto l’UNAVI, poi scelto FACE Italia, poi promosso un’ipotesi di annessione FIC rivolto al CPA e all’ANUU e provato ad estendere all’ARCI Caccia (respinto da subito, come da atti, dall’Assemblea nazionale della FIdC, cui nessuno ha dato seguito). Ormai dopo anni ha dovuto, speriamo convintamente, ammettere che il modello FIC era un’invenzione (fallita) ad uso e consumo della FIdC e delle sue problematiche interne.
Ma in altri Paesi c’è una sola Associazione?
Questa è una fesseria. In alcuni paesi ce n’è una sola con incarichi di legge con attorno una molteplicità di settoriali. In Germania addirittura ci sono conflitti tra Associazioni nazionali e regionali. Comunque c’è una differenza sostanziale di titolarità della fauna selvatica tra l’Italia e i paesi con impostazione di questo tipo. Infatti la nostra legge sulla caccia funziona in modo molto diverso e la Costituzione Italiana è diversa anche in termini di libertà di associarsi.
Quando uno è libero di scegliere, è sempre bello!
Quando qualcosa si vorrebbe imporre è perché si teme il confronto, perché non si hanno valori, idee all’altezza di conquistare il consenso. Le leggi della democrazia riconoscono la libertà e non sono le leggi che fanno più forti il mondo venatorio ma le politiche, le alleanze. Laddove il mondo venatorio è subordinato ai proprietari dei fondi agricoli con le conseguenze che tutti conoscono c’è un altro schema. Poi se uno preferisce la Francia, vada lì.