Dopo gli episodi che nel luglio 2015 hanno comportata l’espulsione di Arci Caccia dal Coordinamento delle AAVV Piemontesi, e all’inizio del 2016 di fatto l’autoesclusione dal medesimo di Italcaccia, Federcaccia Piemonte ritiene definitivamente conclusa quell’esperienza.
Il “Coordinamento delle Associazioni Venatorie Piemontesi” nacque nel 2014 per volontà concorde di tutte le sette associazioni riconosciute ai sensi della l.157/92, e cioè Federcaccia Piemonte, Associazione Nazionale Libera Caccia, Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro, Arci Caccia, ANUU Migratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina.
Fu iniziativa importante e significativa perché metteva fine alla divisione del mondo venatorio ponendo le basi per un’azione unitaria, e quello piemontese fu il primo “soggetto” a riunire davvero in sé tutte le associazioni; ma con quello spirito esso durò troppo poco, perché dopo pochi mesi in Piemonte s’insediò una nuova amministrazione, da subito dimostratasi ostile verso caccia e cacciatori piemontesi.
Tornarono a soffiare forti i venti di chi credeva come il mondo venatorio dovesse essere al servizio della politica, piegato ad esigenze o inclinazioni personali e di partito, e dopo poco si capì come l’azione del Coordinamento sarebbe stata sempre condizionata da adesioni a…singhiozzo, con la necessità di predisporre documenti che una volta recavano sette simboli, altre volte sei, talvolta persino solo cinque.
Gli stessi ricorsi, indispensabili per garantire il rispetto di caccia e cacciatori piemontesi, non ebbero l’adesione di tutte le associazioni del Coordinamento, rappresentando tutto ciò per noi un “vulnus” insanabile.
Ciò nonostante Federcaccia Piemonte, che aveva proposto come la presidenza del Coordinamento, prevista a rotazione annuale, toccasse prima ad altri, ed accettato che ogni singola associazione pesasse egualmente nelle votazioni e decisioni comuni a prescindere dalla propria consistenza numerica, continua a credere nell’azione condivisa del mondo venatorio, nel dialogo e nella collaborazione, nell’interesse primario della caccia e dei cacciatori e non nelle tessere di partito. Qualunque esso sia!
Lo dimostra il fervido lavoro degli ultimi mesi, da quando, depurato dalle tensioni che l’accompagnarono a lungo, si è formato un gruppo solido ed affiatato, che ha prodotto iniziative storiche come la manifestazione del 10 giugno, ripresentato un nuovo importantissimo ricorso, difeso l’integrità di ATC e CA, discusso di legge regionale ed iniziato una serie di incontri con le singole forze politiche di Regione Piemonte.
L’unità la si ottiene solo con i fatti, e per questo ringraziamo gli amici di ANLC, Enalcaccia, ANUU Migratoristi ed EPS, che credono nei nostri stessi principi e condividono questo percorso; insieme noi rappresentiamo quasi il 90% dei cacciatori piemontesi, molto più di quello che qualunque forza politica possa anche solo immaginare di raggiungere: una maggioranza schiacciante, persino imbarazzante.
Cinque come le dita d’una mano, quella stessa che noi tendiamo ed offriamo ai cacciatori piemontesi.
Il “Coordinamento delle Associazioni Venatorie Piemontesi” è dunque morto, non resusciterà più e nemmeno verrà ancora convocato solo per organizzarne le esequie, ma in quel terreno faticosamente dissodato dal lavoro di noi cinque è germinato qualcosa di molto più importante: la caccia piemontese ha rialzata la testa.
E questo vale molto di più!
Federcaccia Regione Piemonte