A San Romedio la suggestione vince lo scetticismo! Qui non sono avvenuti miracoli ma ci si pongono domande e nascono profonde riflessioni personali, mentre il telefono diventa muto per l’assenza di campo. E poi ci sono gli orsi…
Dal 1958 l’eremo ospita degli orsi bruni nati in cattività che qui possono portare a compimento la loro vita in un ambiente generoso, benché impervio. Bruno è un plantigrado di oltre vent’anni, originario dei Carpazi e gode di buona salute, nonostante in precedenza abbia vissuto in luoghi angusti e costretti per le sue esigenze.
Il Trentino è crocevia alpino in cui l’uomo vive a contatto con il bosco e le
montagne. Ebbene in Val di Non, l’orso è di casa e non solo presso il Santuario di San Romedio.
Dopo anni dediti alla silvicoltura i trentini hanno goduto il miracolo economico sviluppando buona vocazionalità turistica, agricoltura d’eccellenza, poli tecnologici d’avanguardia, settori che hanno fatto sì che la natura riportasse a sé molta porzione di territorio.
Le condizioni per i grandi carnivori sono ideali in Valle di Non e in generale in tutto il Trentino, provincia aderente al progetto Life Ursus. Dal 1999 infatti è cresciuta la popolazione degli orsi reintrodotti, importati dalla Slovenia, evitandone l’estinzione nelle Alpi Centrali.
Dunque, a sette femmine e tre maschi fu lasciato il compito di prolificare e conservare la presenza dell’orso nell’arco alpino.
Trentino: l’orso riposa con san Romedio l’eremita..
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