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Enalcaccia Arezzo: “L’ATC aretino non tutela i cacciatori”, lettera aperta di Iacopo Piantini

Dal Territorio
21 Aprile 2016 di Redazione Caccia Oggi
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Riceviamo da Iacopo Piantini, Presidente provinciale Enalcaccia di Arezzo, una lunga ed articolata lettera informativa su una, a suo parere, cattiva gestione dell’ATC toscano che avrebbe, nei fatti, danneggiato gli interessi legittimi dei cacciatori. Pubblichiamo volentieri lo scritto, sottolineando però che le opinioni espresse ed i fatti illustrati riflettono l’esclusivo punto di vista dell’estensore della lettera e ci rendiamo disponibili a pubblicare, in questa medesima sede, anche le eventuali repliche che dalle parti in causa potrebbero pervenire.

 

” Arezzo, 18.04.2016

Il malcontento, nei confronti dell’ ATC Arezzo, tra i seguaci di Diana, sta crescendo esponenzialmente ed Enalcaccia, dopo aver presentato numerose proposte volte al miglioramento dell’ insofferente situazione, fa dimettere il proprio rappresentante da vice presidente dello stesso ATC, proprio per non continuare ad apparire complice, di scelte amministrative e politiche secondo noi sbagliate, condotte perlopiù dal presidente dell’ ATC Juanito Grigioni e da chi, all’ interno del Comitato di Gestione, lo sostiene, ponendosi, a parere dell’ Enalcaccia aretina, in contrapposizione con l’ interesse generale dei cacciatori.
La figura del vice presidente di qualsiasi organo od ente, di per se è molto vicina a quella del presidente e proprio perché abbiamo una visione della gestione faunistico venatoria che non si coniuga con una politica approssimativa, arrogante, irrispettosa delle maggioranze e priva di risultati tangibili, condotta dal vertice dell’ ATC, dopo aver tentato invano un percorso di recupero della situazione, prendiamo le dovute distanze da tale gestione, perseguendo la strada delle dimissioni dal ruolo assegnato della vice presidenza dell‘ ambito aretino, pur rimanendo all’ interno del Comitato, ma con un atteggiamento critico, ma sempre costruttivo, nell’ interesse collettivo di chi siamo chiamati a rappresentare.
Il 31 marzo u.s., è stato approvato a maggioranza, da parte del Comitato di Gestione ATC Arezzo, il bilancio consuntivo 2015 che, dati alla mano, ha disatteso al rispetto di quanto impartito dalla normativa vigente relativamente al parametro minimo del 30% delle quote di iscrizione cacciatori 2014 da investire per le attività di ripopolamento di lepri e fagiani 2015. Enalcaccia, rispetto a tutto ciò, e proprio per i motivi espressi in premessa, si è astenuta, votando poi contro al momento dell’ approvazione del verbale della stessa seduta; tutto ciò in segno di protesta, prendendo le distanze dal mancato rispetto delle norme regionali.
Se pensiamo poi alle catture delle lepri all’ interno delle nostre ZRC e ZRV ed ai contestuali ripopolamenti, che non sono stati effettuati, anche in questo caso, possiamo affermare che l’ autorizzazione della Regione per procedere alla catture ad ai ripopolamenti, è arrivata in estremo ritardo, solo perché il presidente dell’ ATC ha presentato la domanda 26 giorni dopo rispetto alla delibera del Comitato di Gestione, datata 4 dicembre 2015. Noi Enalcaccia, in occasione della Consulta Provinciale della Caccia del 20 gennaio u.s., tenuto conto dei ritardi, proponemmo comunque di dar seguito alla catture fino al 10 febbraio, come del resto avveniva negli anni precedenti e di integrare le lepri mancanti per raggiungere i piani di assegnazione sul territorio provinciale, acquistando soggetti provenienti da recinti di comprovata qualità: a tale proposta le altre associazioni venatorie provinciali Federcaccia Arci Caccia e Libera Caccia si posero contro e quindi il ripopolamento delle lepri è venuto meno.
Il ripopolamento primaverile 2016 di fagiani altro non è stato che fumo negli occhi; il tutto è stato attuato senza la condivisione e l’ approvazione delle AA.VV. provinciali in quanto alle quantità, ritenute del tutto insufficienti ed in quanto ai criteri di assegnazione sul territorio, ritenuta inequi.
La caccia di selezione ai cervidi, è stata gestita a senso unico, senza aver tenuto conto dei cacciatori e delle AA.VV. provinciali, come nel caso della nomina di alcuni responsabili di distretto e nell’ applicazione ed imposizione di regolamenti non condivisi con la base. In questo caso, proprio per dar voce ai cacciatori, in un momento di particolare disorientamento, ci siamo fatti promotori di una consultazione nei distretti, svolta a fine 2015, i cui risultati, qualsiasi essi siano, dovranno essere tenuti in dovuta considerazione, proprio per il principio del rispetto della sovranità popolare.
In svariate occasioni è stata legittimamente richiesta la modifica dei verbali delle riunioni della Consulta Provinciale della Caccia e del Comitato di Gestione, prima della loro approvazione definitiva, nelle parti in cui erano espresse le posizioni dell’ Enalcaccia, che risultavano riportate in maniera approssimativa, incompleta e non coincidente; tutto ciò, ci è stato spesso negato, così come ci è stato negato il rilascio di atti legittimamente richiesti e di risposte a chiarimento delle scelte condotte.
Di recente, allo scopo di incentivare i giovani e gli ultrasettantacinquenni, rispettivamente ad avvicinare i primi alla passione venatoria ed i secondi a proseguirla, avevamo proposto di ridurre la quota di iscrizione all’ ATC per la corrente stagione venatoria per tali categorie ed anche questo, non è stato accolto dall’ ATC, anche con l’ approvazione di un rappresentante Federcaccia.
Fin dal suo insediamento, avvenuto circa un anno fa, da parte dei vertici del’ ATC ha sempre prevalso un presuntoso atteggiamento di non considerazione e di non coinvolgimento nella gestione nei confronti delle Associazione Venatorie, fatto che noi riteniamo di gravità estrema.
Ci preme anche rispondere all’ articolo apparso sul Corriere d Arezzo lo scorso mese di Marzo a firma Federcaccia Arezzo, nel quale la stessa associazione provinciale riferisce fatti del tutto infondati: Federcaccia asserisce che Enalcaccia, nel corso del 2013, fu tra i protagonisti della crisi dei comitati di gestione dei tre ATC aretini, che portò al commissariamento dei tre enti, con ciò contribuendo in modo decisivo a far si che i rappresentanti dei cacciatori non potessero più essere protagonisti della gestione della caccia.
La verità è che Federcaccia fu, prima dell’ Enalcaccia, responsabile della crisi degli ATC 1 e 2, solo perchè qualcuno, all’ epoca, non volle riconoscere ad Enalcaccia, lo spazio che da tempo doveva spettargli, tanto che Federcaccia ed Arci Caccia provinciali arrivarono a proporre il rappresentante di Legambiente alla presidenza dell’ ATC 1. Stessa cosa non avvenne nell’ ATC Arezzo 3 dove altre componenti si dimisero, ivi compresa la Federcaccia, tanto da arrivare a non garantire il numero legale per la validità del comitato di gestione; l’ Enalcaccia, in quel contesto, restò a far parte del comitato dell’ ATC 3 anche se i numeri per andare avanti erano già venuti meno…così andarono i fatti, che non coincidono con ciò che riferisce chi ha o vuole avere la memoria corta! “

Iacopo Piantini


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