Nel 1958 viene pubblicata una bella intervista, una delle poche, al “guru” indiscusso della cinofilia venatoria italiana, il grande Giulio Colombo.
Il gentleman milanese era già conosciuto dal grande pubblico dei cacciatori per la pubblicazione delle sue opere, considerate da molti una sorta di vangelo della cinotecnica applicata all’arte venatoria: “Il cane da ferma”, “Addestriamo insieme Tell”, “Il Trialer”. L’intervistatore, celato dietro lo pseudonimo de “Il Curioso”, inizia la chiacchierata domandando a Giulio Colombo quando è nato. La risposta è arguta, e rispecchia in pieno lo stile mentale del personaggio: “ Nacqui quando i beccaccini si contavano a migliaia e fare il doppietto era il massimo exploit; poi arrivò l’automatico che insegnò ad abbatterne cinque consecutivi, e non vi furono più beccaccini…”
Il Curioso incassa e prosegue chiedendo se può essere un giudice chi non sia anche un esperto cacciatore ottenendone : “Ne dubito molto, lo escluderei…ma non è vero nemmeno l’inverso”
“Il Trialer può essere un buon cane da caccia?”
“Il Trialer è il cane da caccia inglese specialista per starne e grouses. Da noi è cane solo da gara, perchè non abbiamo terreni adatti ad una caccia veramente all’inglese. Il Trialer diventa senz’altro ottimo ausiliare da caccia “vera” quando si rende conto che il cacciatore fa sul serio!”
Giulio Colombo: intervista ad un mito…
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