Da Arci Caccia. Riportiamo, di seguito, il testo di una lettera inviata dal Presidente
Regionale dell’Arci Caccia del Veneto, Giuliano Ezzelini Storti, al
Presidente della Terza Commissione Consiliare della Regione in merito al
Disegno di legge in discussione sugli appostamenti precari ad uso venatorio
“Illustrissimo Presidente,
ho riscontrato con piacere la Sua iniziativa di convocare tutte le AA.VV.
presso la 3a Commissione consiliare per un confronto sul Suo Disegno di
Legge relativo agli appostamenti da caccia ad uso venatorio ma, purtroppo,
impegni di lavoro e un preavviso piuttosto breve, impediscono a me ed a
qualsiasi componente dell’Ufficio di Presidenza Regionale dell’Arci Caccia
del Veneto di essere presente.
Come richiesto dalla Sua lettera di invito, come Arci Caccia, non ci
limiteremo a giustificare la nostra assenza, ma cercheremo di dare il nostro
contributo ad una iniziativa legislativa che tenta di semplificare il
problema “Casotti” (come amiamo chiamarli nel nostro vicentino). Entrerò
quindi, senza preamboli, nel merito della Sua proposta come abbiamo sempre
fatto anche con i Suoi predecessori della trascorsa Legislatura.
Nella relazione introduttiva del disegno di legge Lei sostiene di voler
semplificare la Legislazione in essere svincolando gli appostamenti da
obblighi burocratici, di fatto urbanistici, ma nella proposta di legge non
vedo modifiche alla Legge Regionale numero 11 del 23 Aprile 2004 sul
Paesaggio. Ricordo che l’impugnativa della Corte Costituzionale parlava di
competenze quindi, non prevedere anche una “sistemazione” della Legge sul
Paesaggio, espone la Sua norma ad una nuova impugnazione da parte della
“Corte”.
Inoltre nel Suo Disegno di Legge Lei cita due norme su appostamenti non
toccati dalla sentenza della Corte Costituzionale, quelli esistenti
antecedentemente al 1° settembre 1967 e quelli citati della Legge n. 12 del
2012: poichè questi appostamenti non sono messi in discussione, io eviterei
di citarli.
Infine, come fatto in altre Regioni, perché vincolare la permanenza degli
appostamenti al solo periodo di caccia e non, se considerati precari, legare
la rimozione all’autorizzazione Provinciale?
Le faccio queste osservazioni perché temo – essendo la Sua proposta molto
simile alla Legge n. 25/2012 – una nuova “impugnativa” su iniziativa di
“qualcuno” da parte della Corte Costituzionale che in questo caso, visto il
testo, rischierebbe di ipotecare altre forme di appostamenti ad uso caccia,
oggi legittimamente in essere.
Spero vorrà tenere in considerazione queste nostre osservazioni, nella
speranza comune, credo, di fare il bene della caccia e dei cacciatori.
Distinti saluti”