Da Arci Caccia. La Giunta Regionale, nella seduta del 14 settembre 2015, su proposta dell’assessore Giorgio Ferrero, ha approvato le modifiche al calendario venatorio stabilendo che l’apertura generale – per le specie lepre comune, fagiano, minilepre, coniglio selvatico e cinghiale – avverrà domenica 27 settembre.
Si sono prolungati i tempi di prelievo della lepre, minilepre e coniglio selvatico fino al 6 di dicembre. Il carniere stagionale per la specie beccaccia è stato riportato a 10 capi. Il prelievo della specie cinghiale deve essere consentito per tre giorni alla settimana nella forma di caccia programmata in ogni ATC e CA, con l’ausilio dei cani. I comitati di gestione degli ATC e CA possono stabilire per tale forma di caccia anche la giornata di lunedì. Restano confermate le disposizioni riferite alle altre specie oggetto di prelievo venatorio.
Secondo ARCI Caccia, altri miglioramenti e aggiustamenti andranno introdotti il prossimo anno.
ARCI Caccia Regionale – che ha avanzato queste ed altre proposte fin dall’aprile u.s – esprime soddisfazione in quanto si ripristina, in modo uniforme, l’apertura unica dell’attività venatoria alla fauna stanziale e si allungano i tempi di prelievo per alcune specie.
Questo risultato è stato possibile grazie alla disponibilità dell’assessore Ferrero e all’impegno dell’ARCI Caccia che fin dall’inizio ha scelto la via del confronto e del dialogo con l’Assessore avendo l’obiettivo di modificare il calendario venatorio.
La scelta delle altre associazioni venatorie di fare ricorso al TAR, aprendo un conflitto giudiziario nei confronti della Regione, ha di fatto ritardato un provvedimento che era possibile ottenere già nei mesi precedenti. Queste associazioni venatorie hanno dimostrato di non avere la capacità politica di rapportarsi con l’istituzione regionale, provocando un danno di immagine a tutto il mondo venatorio.
ARCI Caccia, in autonomia, ha agito per fare gli interessi di tutti i cacciatori piemontesi, al di là delle associazioni di appartenenza e oggi è dimostrato che la strada da noi perseguita era quella giusta.
Duole profondamente constatare come Federcaccia Piemonte abbia in questi mesi scelto la via della rissa e dell’insulto contro ARCI Caccia e i suoi dirigenti e contro la Regione, a dimostrazione di una mancanza di volontà unitaria e di scarsa cultura e capacità di governo.
Oggi si chiude un difficile periodo per i cacciatori piemontesi che hanno diritto di poter esercitare la loro passione in un quadro di certezze che solo la nuova normativa regionale può dar loro. Ora con la Regione dobbiamo portare avanti un dialogo e un confronto per conquistare entro pochi mesi una nuova Legge Regionale sull’attività venatoria e l’approvazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale.
ARCI Caccia conferma che metterà tutto il suo impegno e la sua capacità propositiva per conquistare questi importanti strumenti.
Il processo di unità del mondo venatorio – che noi come ARCI Caccia perseguiamo – è stato fortemente minato da comportamenti rissosi e calunniosi, in primis di Federcaccia.
E’ ora, è urgente, è necessario che anche questa associazione e il suo gruppo dirigente regionale cambino toni e atteggiamenti e recuperino una volontà di dialogo con tutto il mondo venatorio.
ARCI Caccia comunque opererà sempre con un forte spirito unitario, confrontandosi in modo largamente partecipato con tutti i cacciatori del Piemonte, con il mondo agricolo e ambientale, con l’istituzione regionale, convinti che un’attività venatoria seria, responsabile ed ecocompatibile è possibile e può avere un futuro anche nella nostra Regione.
La Presidenza Regionale
Alessandria, 15 settembre 2015
ARCI Caccia Piemonte
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