“Era ura” …esclamò Masciu Turi.
Dopo un anno di imprecazioni e padelle, ma tante padella da poter comporre una batteria da cucina , finalmente i colpi andarono a segno.
Sfido chiunque a non avere avuto mai una giornata di caccia storta, ma una intera annata di caccia credo siano in pochi a ricordarsela.
A colpire Masciu Turi fu la sfiga , ma che sfiga , in quell’anno sparò cinghiali in tutte la posizioni, a tutte le distanze, e con tutte le marche di cartucce , anche le più disparate , eppure il nostro protagonista è senza se e senza ma, uno dei migliori postaioli della zona, preciso, attento, e mai sopra le righe.
Tentò vanamente di combattere il malocchio, recandosi anche nelle migliori fattucchiere di Bagnara dove, si dice, ci siano le migliori “sfumicatrici” per togliere il malocchio, ma nulla di nulla.
Il più delle volte abbiamo le poste vicine e non vi nego che proprio in quell’anno mi posizionavo sempre alle spalle, tanto ero sicuro di sparare, perché di uccidere un cinghiale Masciu Turi non ne pensava proprio; dei tanti episodi ricordo uno in particolare, di un porchetto, che arrivò quatto quatto, alla distanza di un metro, come per implorarlo, ma non ci fu verso, numerosi furono i colpi andati a vuoto, alla fine anche il fucile sbattè a terra per la rabbia.
Tutti, compreso il sottoscritto, cercavano in tutti i modi di incoraggiarlo, ma il più delle volte si finiva con lo sfottò, unica vera ragione del praticare questo tipo di caccia.
Caccia al cinghiale: il postaiolo ritrovato
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