Come era accaduto nel recinto, ogni volta che scioglievo, la cagnina cominciava a correre ed a scagnare per la felicità, perdendosi in corse pazze per dei lunghi, abbondanti minuti. Naturalmente è più che normale che un cane , specie se giovane, manifesti la sua contentezza nei modi più svariati: la cosa non normale invece, era la frequenza con la quale la cagnina apriva il becco. Non c’era albero, ciuffo d’erba o decinata di metri di arato che lei non segnalasse con la sua femminilissima voce argentina. La madre però, che all’inizio le aveva dato credito, capì ben prima di me di che pasta era fatta la sua figliola e molto presto non s’interessò più a ciò che quest’ultima così di frequente andava raccontando. Tuttavia, oltre all’inopportunità ed alla logorrea, la piccola beagle manifestava in aggiunta un altro carattere poco desiderabile, forse il peggiore di tutti, costituito da un’inguaribile, sistematica monotonia: sia che fosse in accostamento, sia che stesse inseguendo una lepre a vista, Lisa emetteva sempre la stessa nota, al medesimo ritmo, con uguale, immutabile frequenza. Non faceva distinzioni fra segmenti di passata freddi o più caldi e non permetteva, trovandosi fuori vista, di capire come la seguita stesse andando in termini di velocità e di distanza del selvatico da lei. Com’è facile intuire, non si trattava di un problema di ordine pratico, poichè per avere le informazioni che mi servivano mi basavo sulle segnalazioni di sua madre, ma di una questione di principio che interessava la sfera dell’armonia uditiva, guastata senza pietà dall’insipienza di quel ritmo sempre uguale a sè stesso. Dunque, giunti alla fine della sua seconda stagione venatoria, quella che era partita per essere la sua caratteristica migliore si era trasformata irrimediabilmente in un incubo senza uscita. Decisi che non faceva per me. La regalai ad un amico che mi fu sempre grato di quel dono poiché la cagnina era bella, scovava ed inseguiva, ma di lei non volli saperne mai più.
La storia di Lisa ci fornisce dunque alcuni spunti di approfondimento tecnico-pratico sul tema della voce. Ma, come dev’essere questa voce? Espressiva, a mio parere, è l’aggettivazione più calzante. Vediamo in che senso.
SEGUGIO: IL FINE DICITORE …
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