Credo di poter affermare che nessun segugista con un minimo d’esperienza possa dire di essere stato risparmiato dalla cattiva ventura di possedere un cane in difetto di qualità vocaliche: tutti, chi prima chi dopo, siamo incappati nel cane muto, o in quello logorroico, inopportuno o cacofonico.
Circa una ventina d’anni fa, avevo acquistato una beagle da un privato che l’aveva sempre adoperata sulla lepre con ottimi risultati e che doveva disfarsene perchè purtroppo non poteva più andare a caccia. La cagnina si chiamava Elsa, era davvero un’ottima scovatrice e sulla lepre fu per me una maestra indimenticabile. Proprio per queste sue doti di completezza in tutte le fasi della cacciata, decisi, dopo una prima annata venatoria molto più che soddisfacente, di farle avere una cucciolata. Elsa ebbe solo due piccoli: il maschio lo vendei e la femmina la tenni per me. La chiamai Lisa ed all’età di tre mesi mi decisi, più per curiosità che per altro, a portarla in un recintino di addestramento; uno di quelli da tre ettari, per cuccioli fino all’anno di età. Le prime due volte non accadde nulla di veramente significativo, mentre, alla terza occasione, la piccola Lisa fece la sua rivelazione su alcune fatte molto fresche, manifestando una voce squillante, pulita, già con la nota d’emissione di durata tipica per la razza a cui apparteneva. Neanche a dirlo, ne fui entusiasta e la portai al recinto altre tre o quattro volte fino a quando, fattasi la stagione della caccia, la misi dietro alla madre alla ricerca delle lepri selvatiche.
SEGUGIO: IL FINE DICITORE …
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