La scomparsa di Ademaro Scipioni ha senza dubbio prostrato gli animi di tutti cultori e gli amanti autentici della cinofilia e dei setter inglesi in particolare. Il suo allevamento, quello di Val Di Chiana nacque dalla sua sconfinata passione per il setter inglese e dalla visione, perseguita e realizzata di creare una linea di sangue propria, ben riconoscibile e in grado di trionfare sui “fields” di tutto il mondo
Scipioni, nato nel 1951, si fece conoscere come conduttore attraverso un cane entrato nella leggenda, Negus, che diventò il capostipite dell’affisso Di Val Di Chiana.
Con Negus infatti, il dresseur chianino riuscì nell’intento di trionfare nelle prove e di avere un razzatore di classe superiore su cui fondare il suo allevamento.
Da lui nascono Rodolfo Di Val Di Chiana, Nord Di Val Di Chiana e Taro Dei Felini proclamati campioni trialer, Tex Della Pania proclamato campione italiano, internazionale, estero e riproduttore, Buio Di Val Di Chiana proclamato campione italiano di lavoro, nonché il grande Gufo Di Val Di Chiana campione in pectore, ma mai proclamato tale per volere dello stesso Ademaro.
Da Gufo Di Val Di Chiana nasce Lindo Del Centro Marche pluricampione, e poi Rambo Di Val Di Chiana, Islo e Nero, cane straordinario, campione trialer, riproduttore e grande vincitore della Coppa Europa nel 2000.
La nascita di Kapò, un soggetto precoce le cui qualità di meccanica e di movimento sono elevate al massimo grado, rinnova il mito di Negus vincendo per ben cinque volte il Master a Quaglie, con una spropositata collezione di cartellini di massima qualifica.
Da Kapò nascono vari campioni sia di lavoro che trialer, come Olaf, Picasso e Nosferatu Di Val Di Chiana. Picasso è vincitore del Campionato Europeo setter a Grande Cerca 2011 e Nosferatu Di Val Di Chiana vince la Coppa Europa 2011 e la Prova Di Eccellenza in Serbia nel 2012.
Una selezione basata sulle capacità di lavoro e sulla mentalità, ha permesso ad Ademaro Scipioni di produrre soggetti fra i più importanti nel panorama allevatoriale del setter inglese moderno, definiti da lui stesso “capostipiti in tutto, ma soprattutto nel cuore”.
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