Il TAR dà torto alla Regione e ragione alle Associazioni venatorie
Da Arci Caccia. Il TAR del Piemonte, il 27 maggio, ha reso pubblica la sentenza sulla possibilità di cacciare, nei Comprensori Alpini, la pernice bianca. Con due delibere, la Giunta Regionale nel 2014 aveva tolto questa specie da quelle cacciabili, con motivazioni ritenute dal TAR non supportate dalla normativa in vigore e da studi specifici sulla specie. Le Associazioni venatorie ed i CA avevano presentato ricorso e si erano opposti davanti al TAR; oggi hanno avuto ragione.
Questa specie è presente solo in alcuni CA, ed ogni anno viene monitorata tramite censimenti primaverili e post-riproduttivi che i cacciatori, assieme a tecnici faunistici, compiono da anni. Si verifica così la consistenza di questa specie e si stabilisce se è possibile effettuare un prelievo numerico (che di norma è molto restrittivo). La gestione attenta di questa specie è sempre stata una prerogativa dei cacciatori, che grazie al loro impegno nei censimenti garantiscono la conoscenza in termini di quantità e localizzazione. Senza il loro impegno, non si saprebbe nulla di questa specie.
Oggi il TAR dice che le motivazioni addotte dai ricorrenti (Associazioni venatorie e CA) avevano un solido fondamento, e condanna la Regione anche al pagamento delle spese processuali. Come ARCI Caccia siamo soddisfatti della sentenza, perché riteniamo che la gestione di questa e di altre specie di animali selvatici debba avvenire con grande consapevolezza e nel rispetto delle leggi vigenti.
(Mario Bruciamacchie Presidente Onorario ARCI Caccia del Piemonte)