Da Arcicaccia. Il Presidente Nazionale dell’Arci Caccia, Osvaldo Veneziano, ha scritto una lettera al Presidente dell’Enci, dott. Muto, per chiedere se l’Ente è la casa comune degli estremismi.
Riportiamo il testo:
“Gentile Presidente, è di questi giorni una polemica pubblica dai toni anche molto aspri che vede protagonista la Società Italiana Pro Segugio (società specializzata dell’ENCI) che si rivolge ad alcune Associazioni venatorie (Federazione Italiana della Caccia, Arci Caccia, ANUUMigratoristi) ree di aver avviato un tavolo tecnico di lavoro con Legambiente e che collaborano con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Nel contempo i “colpevoli” vengono messi all’indice, sempre dalla Società Italiana Pro Segugio, anche perché dialogano e ricercano fattive collaborazioni con altri portatori d’interesse: Associazioni di veterinari e Comitato Nazionale Caccia e Natura, Università e Organizzazioni imprenditoriali agricole. Perché tanto interesse a queste Associazioni venatorie da parte di una società specializzata dell’ENCI?
Ho apprezzato negli anni l’impegno dell’Ente da Lei presieduto a tutela delle razze canine e del benessere del cane, sempre più attento e aperto alla società ed ai suoi cambiamenti, come confermato anche da collaborazioni e accordi con l’ENPA o con la stessa Legambiente. Di questo però non si trova alcuna critica nei comunicati inquisitori della Società Italiana Pro Segugio, iscritta all’ENCI.
Mi permetto di richiamare alla Sua attenzione il comunicato e il contenuto di una risposta ricevuta dal Presidente della SIPS, dott. Ferrara, nella quale conferma che la Società Italiana Pro Segugio si fregia a pieno titolo del logo dell’ENCI. Pare di una certa incoerenza essere orgogliosi dell’essere ENCI, che ha accordi con Associazioni animaliste (statutariamente impegnate per l’abolizione della caccia, come l’ENPA), e nel contempo contestare ad “orologeria”, le Associazioni venatorie che dialogano con alcune Associazioni ambientaliste. Forse nella Pro Segugio c’è qualche ambiguità “strumentale” nell’approccio al tema. I soci della SIPS sono soci dell’ENCI e le collaborazioni e gli accordi con l’ENPA sottoscritti dall’ENCI sono anche in nome e per conto degli iscritti alla SIPS, che concorrono alla elezione dei gruppi dirigenti dell’ENCI e la sostengono con le quote associative.
Confido di leggere da Lei parole chiare che permettano di capire se l’ENCI intende “buttare dalla torre” gli ambientalisti, le istituzioni scientifiche, le imprese e chi con loro dialoga e collabora, oppure se questa politica non appartiene, e non può appartenere, alla cultura dell’ENCI e delle sue Società specializzate che, se ben ricordo, sono sotto indirizzo, vigilanza, controllo e potere di sanzione e di sostituzione dell’ENCI.
Ringrazio per l’attenzione e mi auguro di leggere presto la Sua cortese risposta. Cordiali saluti”.
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