Da Enalcaccia Arezzo. Le modifiche apportate alla normativa regionale toscana in materia di caccia, con l’entrata in vigore della l.r. 88/2014, prevedono l’istituzione degli ATC provinciali, con confini corrispondenti al territorio delle attuali province toscane e la conseguente soppressione dei 19 ATC che da 20 anni compongono il territorio regionale. La stessa l.r. 88/14, varata a fine anno, prevedeva, alla sua origine, la possibilità di istituire sottoambiti, al fine dell’accesso dei cacciatori al territorio; per noi Enalcaccia, da sempre sostenitori di ATC almeno di estensione minima provinciale, per il fondamentale principio di non chiudere i cacciatori nella gabbia degli ATC sub provinciali come avvenuto fin ad oggi, era, allora, e parlo del gennaio scorso, una battaglia vinta, da tanto invocata dai cacciatori anche se, restava il dubbio “sottoambiti”. Dubbio che, la Giunta Regionale Toscana ha tolto, il 30 marzo scorso, prevedendo la tassa di 100 euro per l’iscrizione all’ATC di residenza venatoria (che dà diritto di caccia in un sottoambito prescelto), alla quale andranno ad aggiungersi 50 euro per ogni ulteriore sottoambito richiesto in qualsiasi dei 9 ATC toscani; i sottoambiti saranno 19, equivalenti e con gli stessi confini dei precedenti ATC sub provinciali. Enalcaccia Provinciale Arezzo contesta tale scelta, ritenendola eccessiva ed impopolare; è stato cambiato tutto per non cambiare niente, anzi, si registra un peggioramento delle condizioni: fino ad oggi, con i 19 A.T.C., che noi abbiamo sempre ritenuto eccessivi, vi erano 19 comitati di gestione e quindi un organo che, con mille limiti, era più alla portata di tutti, più vicino al territorio. Ed inoltre, a conti fatti, considerato si che la tassa di concessione regionale è stata ridotta a 23 euro, ma che si dovranno versare 100 euro per il sottoambito di residenza, ogni cacciatore dovrà versare 6 euro in più e pensare che siamo in momenti di forte crisi economica!
Premesso che la normativa nazionale recita “Le Regioni ripartiscono il territorio agro silvo pastorale destinato alla caccia programmata in Ambiti Territoriali di Caccia…”; lo stesso ambito “ è gestito da un Comitato” ed il cacciatore, previa domanda all’ organo competente, “ha diritto all’ accesso all’ intero Ambito Territoriale di Caccia” e non ad una parte di esso – sottoambito – come prevede oggi la Regione Toscana, è palese l’ illegittimità della nuova normativa regionale: il cacciatore, dopo aver pagato la quota legale, sarà costretto a pagare ulteriori tasse allo stesso organo di gestione, se vuole muoversi liberamente all’ interno dello stesso ambito.
La Regione, si trincererà sicuramente dietro al fatto che il Governo italiano, in virtù del rispetto della legge quadro 157/92, normativa nazionale che prevede ATC sub provinciali, ha imposto la modifica della dizione riportata sulla legge regionale “possono istituire sottoambiti” con la dizione “devono istituire sottoambiti”; noi invece, siamo convinti che, anche se il governo non bocciava tale dicitura, imponendo l’ obbligo di istituire sottoambiti, la strada tracciata sarebbe stata identica, quella indicata da altre componenti del mondo venatorio. Ed allora Regione e Governo dovranno spiegarci il perché in altre regioni d’Italia vi sono province con un unico ATC provinciale, dove il cacciatore può liberamente muoversi senza ulteriori inutili vincoli, dettati da chi si è sempre sciacquato la bocca con la paura del falso “nomadismo venatorio”!
Nell’interesse dei cacciatori quindi, chiediamo formalmente alla Regione Toscana di rivedere quanto di recente normato, prevedendo la sola tassa di 100 euro per l’iscrizione all’ATC unico provinciale di residenza venatoria, dove il cacciatore può avere libero accesso, senza ulteriori balzelli.
Iacopo Piantini (Presidente Provinciale Enalcaccia Arezzo)