Federazione Italiana della Caccia. Alla presenza di un folto pubblico che riempiva tutta la Sala Rossa del Pala de Andrè di Ravenna, si è tenuto il 30 marzo 2015, un dibattito sul tema “ Normativa e tradizione: l’utilizzo dei richiami vivi”, organizzato dalla Federcaccia di Ravenna, Forlì, Rimini ed Acer. L’invito rivolto al mondo politico ha visto la partecipazione degli On. Alberto Pagani ( PD), Gianluca Pini ( Lega Nord), dei consiglieri regionali Gianni Bessi (PD), Massimiliano Pompignoli ( Lega Nord), della segretaria provinciale della Lega Nord Samantha Gardin. Graditissima anche la presenza del Prof. Libero Asioli assessore al comune di Ravenna e di Lorenzo Carnacina Vicepresidente Nazionale della Federcaccia.Il dibattito, partendo dalla proposta di legge del M5S sul divieto dell’utilizzo dei richiami vivi, ha avuto l’obbiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica ed il mondo politico sul ruolo effettivo e sociale svolto dai cacciatori, e quindi ha spaziato su diverse tematiche che stanno attualmente interessando il mondo venatorio. In evidenza il costante tentativo di limitarne l’attività, attraverso decreti ed imposizioni che nulla hanno di scientifico ma sono solo scelte ideologiche ed emotive. Il mondo venatorio è, al contrario, impegnato, attraverso ricerche, monitoraggi e censimenti a valutare la consistenza e lo stato di salute di diverse popolazioni di fauna migratoria e stanziale; ed è questo stesso mondo che di fronte ad una specie in pericolo è disposto a fermarsi. D’altra parte è acclarato che i sostenitori del divieto alla caccia, non potendosi confrontare sul piano scientifico affrontano il problema facendo leva su una visione distorta ed estremista della difesa del mondo animale, arrivando a voler imporre a tutti di nutrirsi di sole specie vegetali. Altri temi hanno evidenziato il ruolo dei cacciatori sia nella difesa delle produzioni agricole e nella salvaguardia degli habitat naturali, sia nell’apporto economico a favore dell’agricoltura; ruolo mai adeguatamente riconosciuto pubblicamente dal mondo agricolo. Il continuo demonizzare la figura del cacciatore senza riconoscerne pubblicamente il ruolo sociale, potrebbe portare all’abbandono delle attività di controllo delle specie opportuniste con conseguente aumento dei costi economici e sociali, elemento questo poco noto al pubblico. In sintesi il mondo venatorio rivendica il ruolo sociale che sta svolgendo. Mancando tale ruolo verrebbe a mancare anche il contributo fornito all’agricoltura in termini di protezione del reddito e di volontariato. Nell’occasione è stata resa nota la richiesta avanzata alla Regione di modifica del calendario venatorio appena pubblicato, in conseguenza del mancato accoglimento di nessuna delle proposte, peraltro tecnicamente organiche e percorribili, avanzate dal Tavolo Regionale delle Associazioni. Nella foto, il tavolo dei relatori. Da sinistra. Lorenzo Carnacina (V.presid. nazionale FidC), Italino Babini (V.presid. FidC regionale E.Romagna), Dante Gianstefani (Presid. FidC provinciale Ravenna)