Trent’anni dopo, nel 1887, il grande Stonehenge, cinologo insigne, così scrive dell’Irish setter : “ Benchè egli sia considerato molto bello, e davvero lo è quando il suo mantello è della giusta tonalità dorata, non è ancora apprezzato come le altre razze inglesi. Fino a molto recentemente, i setter irlandesi non erano visti spesso fuori dal loro paese, poiché un pregiudizio esistente contro di essi, in Gran Bretagna, li dipingeva come difficili da addestrare ed inclini ad essere instabili nella ferma. Dal tempo dell’istituzione degli show comunque, con l’esibizione degli splendidi esemplari visti in essi, i setter irlandesi sono stati rivalutati e adesso contendono lo spazio agli altri sui moors scozzesi e gallesi, così bene come sulle loro natìe colline. Ho visto molti di questi cani al lavoro e certamente non vi sono ragioni per pensare che siano meno stabili nella ferma dei loro rivali inglesi, anche se nessuno, sotto quest’aspetto, può stare alla pari del pointer. Essi sono dei corridori che aprono molto, portando la testa e la coda bene in alto, con quest’ultima allegramente agitata anche se come gli inglesi, non in tutti i casi. Circa la resistenza, per ciò che ho visto si equivalgono con i setter inglesi, pur non vantando io sufficiente esperienza per dirimere questo vecchio dilemma…”. Alla poca esperienza di Stonehenge non crediamo, poiché egli successivamente si lancia in una disamina delle migliori linee di sangue irlandesi dell’epoca, ma crediamo invece al fatto che da cinologo accurato non abbia ritenuto dare un giudizio generalizzante su un carattere, quello della resistenza a caccia, che è invece strettamente personale, soggettivo e fortemente influenzabile da interventi esterni, come allevamento o alimentazione.
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