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“Vade retro….” vecchia e sterile gestione faunistica

Dal Territorio
11 Febbraio 2015 di Redazione Caccia Oggi
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SA Segugio italiano 6Da Arci Caccia Abruzzo. L’Arci Caccia ha scritto all’Assessorato Regionale alla Caccia e ai Gruppi Consiliari affinchè si realizzino immediatamente tre obiettivi: l’istituzione dell’Osservatorio Faunistico Regionale, l’approvazione del Piano Faunistico e la redazione di un Piano pluriennale di gestione degli ungulati.

Nella lettera alle Istituzioni, l’Arci Caccia, raccomanda il ruolo fondamentale di coordinamento che deve svolgere la Regione anche per garantire la qualità della formazione delle figure specializzate e per assicurare che le attività di Province e ATC siano finalmente coerenti con gli indirizzi di “piano”.

Nel testo l’Ordine del Giorno approvato recita:

“La conservazione e la tutela degli ambienti e della fauna selvatica, nel contesto della valorizzazione dell’agricoltura, assumono un rilievo straordinario nella nostra Regione anche per concorrere alla fuori uscita dalla pesante crisi economica e alla sopravvivenza delle nuove generazioni nella loro terra  che trova, nella bellezza del paesaggio e nelle tradizioni agricole, una risorsa per l’oggi e per il futuro.

Il turismo è indispensabile alla nostra economia che ha bisogno di saper tutelare e arricchire la presenza dell’Orso Marsicano e la “naturale capacità di coabitazione” con allevatori, agricoltori e cittadini.

Occorre una strategia di gestione del territorio e della fauna selvatica che con le differenze, così come previste dalle norme, coniughi e integri l’importante ruolo dei parchi con il restante territorio agro-silvo-pastorale, valore inestimabile per la Biodiversità. L’Abruzzo deve essere sempre più patrimonio del mondo e rappresentante qualificato dell’Italia.

Abbiamo bisogno di scienza e conoscenza superando il limite venatorio. “Apprendisti stregoni” al servizio del “politico di turno” e di una gestione lottizzata della fauna selvatica penalizzano il nostro patrimonio naturale e l’attività venatoria ne esce delegittimata.

Indichiamo alcune priorità che sottoponiamo all’attenzione della politica e della società.

Dopo la legge Del Rio, di riordino delle competenze delle Province, occorre rivedere le competenze delle stesse, di Regioni  e ATC, anche alla luce degli obiettivi che proporrà il Piano Faunistico al fine di realizzarli e non lasciarli sulla carta come per il passato. Le nostre proposte sono:

 

  • Istituire l’Osservatorio Faunistico Regionale.

L’istituzione dell’OFR è  fondamentale per una regione come l’Abruzzo che ha bisogno di tecnici preparati (con curricula riconosciuti, comprovati da pubblicazioni scientifiche, ecc.), trasparentemente gestito e sottoposto a periodiche verifiche delle ricerche, dei risultati raggiunti.

L’OFR può creare le migliori condizioni per redigere calendari venatori tecnicamente rispondenti alle esigenze di una Regione come l’Abruzzo anche per realizzare intese con le Regioni confinanti per una sostenibile e funzionale mobilità programmata.

  • Approvare il piano faunistico regionale.

Le esigenze di tutela e conservazione (Patom in primis) per la presenza dell’Orso, del Lupo, del Camoscio d’Abruzzo, della Lepre Italica, della Coturnice ecc, ormai non consentono di rimandare “oltre” la stesura del nuovo piano faunistico. Continuare a gestire al “buio” è un’offesa alla Comunità abruzzese e produce danni inestimabili al patrimonio faunistico di tutti i cittadini con dissipazione di risorse umane ed economiche, a tutto vantaggio di “imbonitori” e “contaballe” dei ripopolamenti.

Al fine di riportare la gestione degli “ungulati” in un contesto di ordinarietà occorre, in via eccezionale, redigere un piano pluriennale di gestione degli ungulati, con l’obbiettivo di prevenire e ridurre i danni da fauna selvatica fino alla definizione di un punto di equilibrio con l’imprenditoria agricola.

 

 


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