Da Federazione Italiana della Caccia. Malgrado la disponibilità e il parere positivo dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca Sonia Ricci, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha deciso, pur sussistendone le condizioni, di non firmare il Decreto che avrebbe posticipato al 10 febbraio la chiusura della caccia ad alcune specie, come era stato invece disposto nella scorsa stagione, consentendo il prelievo a colombaccio (Columba palumbus); cornacchia grigia (Corvus corone cornix); gazza (Pica pica) e ghiandaia (Garrulus glandarius), così come previsto dalla normativa nazionale, dalla Direttiva uccelli e dalla Guida interpretativa.
Dopo aver disposto l’anticipo della chiusura della caccia alle specie cesena (Turdus pilaris), tordo bottaccio (Turdus philomelos) e tordo sassello (Turdus iliacus) alla data del 19 gennaio 2015, la Regione Lazio, a differenza di quanto fatto ad esempio in Abruzzo, ha così deciso di mortificare ulteriormente i propri cacciatori non concedendo neppure questo ulteriore, minimo e limitato, prosieguo di stagione.
Federcaccia Lazio, per bocca del suo presidente regionale Aldo Pompetti critica duramente la decisione presa: “Come già in occasione della variazione del calendario venatorio che ha visto accorciare i tempi di caccia per alcune specie di migratoria, siamo anche in questo caso di fronte a una decisione immotivata e inutilmente penalizzante per i cacciatori.
Bisogna ricordare anche che la data di apertura a colombaccio e corvidi era stata fissata nel Calendario Venatorio regionale al 1° ottobre invece che alle terza domenica di settembre per consentire il prolungamento del prelievo nel mese di febbraio. A questo punto non ci resta che prendere atto che i cacciatori laziali sono stati penalizzati due volte, subendo un accorciamento immotivato dell’arco temporale di caccia previsto dalla 157/92. L’amministrazione regionale si è di nuovo dimostrata pronta a scelte restrittive in campo venatorio, anche quando ha la possibilità di esercitare correttamente le sue competenze in materia, senza che questo vada in alcun modo contro le leggi nazionali e internazionali e senza che voglia dire favorire in modo scorretto i cacciatori. Inutile dire che contro questo atteggiamento chiaramente ispirato a logiche contrarie all’attività venatoria e ai suoi praticanti, Federcaccia Lazio si opporrà nella maniera più ferma possibile”.
(Roma, 29 gennaio 2015 – Federazione Italiana della Caccia Lazio)
Lazio. la Regione non concede la proroga al colombaccio
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