Il coro di sdegno si è levato alto nei cieli della politica venatoria italiana. La sconcertante decisione presa tre giorni fa dal Ministero dell’Ambiente, e ratificata dal Consiglio dei ministri ha ancora una volta testimoniato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che la battaglia per vedere riconosciuta alla caccia la dignità che le spetta è ancora ben lontana dal concludersi. Qui di seguito, riportiamo integralmente, i comunicati stampa che la Federazione Italiana della Caccia e l’Ufficio Avifauna Migratoria hanno diramato immediatamente dopo essere venuti a conoscenza dell’accaduto, dai quali, senza ulteriori commenti, possiamo evincere la gravità assoluta del colpo basso che è stato inferto al nostro mondo.
Da Federazione Italiana della Caccia:
“Nel Consiglio dei Ministri di ieri, 20 gennaio, è stata presa la decisione di chiudere anticipatamente la caccia a tordo bottaccio, cesena e beccaccia, applicando il potere sostitutivo straordinario nei confronti delle Regioni che non avevano provveduto ad adeguare autonomamente i calendari venatori secondo le indicazioni del Ministero dell’Ambiente.
Una brutta pagina per la caccia ma soprattutto per le regole democratiche di questo Paese, quella scritta dal Consiglio dei Ministri di ieri, con cui il Ministro dell’Ambiente, non pago di aver deliberatamente trasformato una semplice richiesta di informazioni da parte della Commissione Europea in una inesistente procedura di infrazione, ha preteso che il Consiglio dei Ministri esercitasse il potere sostitutivo per imporre la chiusura con effetto immediato, dalla mezzanotte dello stesso giorno, della caccia a tordo bottaccio, cesena e beccaccia.
Un atto immotivato, non in linea con quanto richiesto dall’Europa e fortemente vessatorio nei confronti di quelle Regioni che non solo avevano rispettato pienamente la legge nazionale e la stessa normativa Europea nel compilare i propri calendari venatori, ma che, alla prima richiesta del Ministro di adeguarsi alle nuove indicazioni avevano prodotto atti e documenti a sostegno scientifico delle proprie posizioni.
A queste Federcaccia si era affiancata dando tutto il proprio contributo e quindi la decisione subita ha il sapore di una doppia sconfitta: come cacciatori e come alleati di Regioni che avevano applicato correttamente quanto la legge prevede, dovendo cedere alla stolta e immotivata volontà di un Ministro che non rispetta le stesse regole del Paese che rappresenta.
Al di là dei giorni di caccia persi, comunque inutilmente, un ben più grave problema si apre: da aprile fino alla prossima stagione venatoria si riaprirà la discussione sui calendari di fronte ai Tar.
E quale sarà la risposta del Ministro se non mantenere perennemente aperto un conflitto di cui nessuno sente il bisogno e dal quale nessuno esce vincitore?
Ci auguriamo che le Regioni si oppongano a questo atteggiamento inqualificabile, immotivato e fuori dalle regole del vivere civile e della corretta applicazione dei rapporti fra organi dello Stato reagendo in tutti i modi possibili. Federcaccia sarà ancora al loro fianco fino a giungere a una soluzione definitiva nel rispetto delle regole e con l’apporto della documentazione scientifica di cui disponiamo e che possiamo produrre in forza di quel senso di collaborazione con le Istituzioni che da sempre fa parte della nostra cultura e tradizione. Federcaccia e tutto il mondo venatorio si attiveranno per contrastare questa grave azione illegittima.
Roma, 21 gennaio 2015 – Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia “
Dall’Ufficio Avifauna Migratoria Fidc
“Il vice presidente nazionale Lorenzo Carnacina, responsabile dell’Ufficio Avifauna Migratoria Fidc, condividendo quanto già manifestato dalla Presidenza Nazionale, esprime tutto il suo sdegno e quello dell’Ufficio che rappresenta, verso il gravissimo atto compiuto ieri dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero dell’Ambiente, nei confronti delle Regioni, con il quale è stata anticipata la chiusura per tordo bottaccio, cesena e beccaccia al 20 gennaio, con la motivazione di prevenire una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, travisando quella che era solo una richiesta di informazioni.
Il mondo della caccia e in particolare quello dei migratoristi è profondamente deluso da quanto accaduto.
Il superficiale atteggiamento del Governo e del Ministro nell’affrontare una tematica complessa, ma che risponde a ben precise regole come quella dei calendari venatori ha generato un provvedimento arrogante, pretestuoso, immotivato e basato su presupposti scorretti, che di fatto non rispetta né quanto previsto dalle Direttive Europee né quanto sancito dalla legislazione italiana.
Il Ministro sembra voler dimenticare lo scempio ambientale che sta vivendo il nostro Paese scaricando, con un atteggiamento non condivisibile, i problemi del territorio sulla caccia.
Ci saremmo aspettati e ancora ci aspettiamo una ben diversa assunzione di responsabilità e di attenzione non solo del mondo venatorio, ma di tutti i cittadini che credono nelle Istituzioni pubbliche e nel rispetto delle leggi.
Si è assistito ad un provvedimento antidemocratico, contro il diritto vigente, nei confronti della caccia e in particolare della migratoria che da anni subisce in Italia gravi limitazioni, superiori rispetto a quanto previsto dalla Direttiva Uccelli e dalla stessa Guida Interpretativa, requisiti tecnico normativi cui si erano adeguate le Regioni per fissare i calendari al 31 gennaio.
Convinti della sostenibilità delle nostre posizioni in merito non è però nostra intenzione arrenderci e per questo continueremo a dare pieno sostegno in tutte le sedi alle Regioni che intendono opporsi a quanto approvato dal consiglio dei ministri.
Roma, 21 gennaio 2015 – Ufficio Avifauna Migratoria “