A quali mercati ti rivolgi oltre alla vendita diretta?
“Sono presente in alcuni mercati della zona ma servo anche dei gruppi di famiglie, i cosiddetti G.A.F Gruppi di Acquisto Familiare, a cui porto i prodotti dell’orto saltando i passaggi di filiera e riducendo così i costi del prodotto finito a carico del consumatore finale. Insomma il così tanto decantato rapporto diretto tra produttore e consumatore, che qui però è reale”.
Sappiamo che per la qualità delle coltivazioni sei tra i fornitori di alcune mense scolastiche?
“Si, servo in particolare la mensa scolastica di una scuola di Rassina, un paese qui vicino; l’essere stato riconosciuto come produttore affidabile di ortaggi di ottima qualità, tanto da essere inseriti come ingredienti dei menù scolastici, mi rende veramente orgoglioso del lavoro fin qui svolto”.
Quali aiuti hai ricevuto da parte dello Stato per intraprendere questa attività?
“Qui iniziano le noti dolenti di questa attività. Nessun finanziamento o agevolazione, quello che vedete qui è frutto di sudore e di spese tutte a mio carico”
Quali i sostegni invece per i danni legati a calamità naturali?
“Assolutamente alcuno e di calamità naturali ultimamente ne abbiamo avute: alluvioni, nevicate e gelate storiche”
E sul piano dei danni provocati dagli ungulati?
“Guarda, qui cinghiali e caprioli provengono dalle zone boscose limitrofe. Di giorno stanno lì fermi distruggendo tutto il sottobosco: divorano tutto, funghi, tartufi, mirtilli, molti prodotti che sono tipici della collina e della montagna aretina, e l’intero ecosistema quindi soffre. Poi di notte da me facevano incursioni devastanti. Lo Stato non mi rimborsava e io subivo danni soprattutto all’uva della vigna, ma anche agli ortaggi. Ho dovuto prendere delle contromisure. Prima ho acquistato un cannoncino a gas dissuasivo, al cui rumore ben presto però i selvatici si sono abituati; non così i residenti limitrofi al mio appezzamento di terreno che mi hanno invitato a rimuoverlo per il disturbo che arrecava. Allora sono ricorso al recinto elettrificato che però si è rivelato veramente utile solo contro i caprioli ma non contro i verri. Alla fine ho dovuto recintare tutte le coltivazioni con una barriera altra due metri e profonda cinquanta cm in modo da evitare che i cinghiali vi passassero sotto scavando”.
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