Secondo lei a cosa è dovuta tutta questa abbondanza?
Allo sbilanciamento della natura, in Argentina a causa dell’agricoltura intensiva. Ad esempio da noi in Irlanda fino a cinquant’anni fa non esistevano le beccacce, poi con i soldi della comunità europea spesi per creare foreste, e grazie alla commistione con il bestiame presente, stimato in circa venti milioni di capi, è divenuta una delle mete preferite da questo meraviglioso scolopacide.
Quindi noi siamo fuori dal “mondo”?
Non siamo fuori dal mondo, siamo troppo civilizzati, e gli animali dove c’è troppa civiltà non ci stanno.
Parliamo degli ungulati?
Il paese per eccellenza per la caccia agli ungulati è l’Africa, ci sono stato a cacciare le antilopi, sono stato pure in Groenlandia a cacciare il bue muschiato, ma torno a ripetere il paese per la caccia a palla è il Sud Africa, zaino, carabina e parti, distese incontaminate lunghe centinaia di chilometri se hai gambe bene, altrimenti torni in albergo a sognartele le antilopi.
Progetti futuri?
Per quanto riguarda l’Italia, sto organizzando un altro tour per l’anno prossimo, cercando di coniugare l’attività venatoria col turismo, c’è qualcosa già in campo con qualche Regione, vedremo, se son rose fioriranno.
Dunque al prossimo anno?
Certo, se Tino e Mimmo mi inviteranno, non mancherò l’occasione.