Spyderco prosegue la sua serie di coltelli etnici con questo Hungarian Pin, un coltello che trae le sue origini dalla sconfinata pianura ungherese, quella steppa che si estende a Est del Tibisco, un tempo praticamente patria di pastori, bovari e soprattutto di cavalli allo stato brado e oggi profondamente cambiata, che nella lingua locale è chiamata Puszta. Un’area con poche fattorie, qualche ostello di transito, nessun predatore e tanti uccelli cacciabili. C’era da pulire la selvaggina per cucinarla, riparare le selle e i finimenti, sbrigare una lunga serie di lavori quotidiani resi necessari dalle giornate all’aperto. C’era, quindi, la necessità di un coltello, la cui forma si adattasse alle attività da svolgere e che servisse anche da posata. Se si fosse ucciso un animale – capra, pecora, mucca o cavallo che fosse – occorreva preparare la carne. Si uccidevano solo gli animali più vecchi, che non sarebbero sopravvissuti a lungo: il gulash ungherese deriva dalla necessità di una lunga cottura in umido di carni dure e tigliose. Nella grande pianura, il coltello si adattò alla funzione e diede origine ad una forma piuttosto semplice perché, come da noi, a farlo era il fabbro. Il coltello era un attrezzo polivalente, non un oggetto da collezione.
Pag 2 »