Da Federazione Italiana della Caccia. Una sala gremita è stata la risposta all’iniziativa della Federcaccia provinciale di Cremona col sostegno del Regionale Lombardia di affrontare con la presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava e del sottosegretario alle riforme costituzionali Luciano Pizzetti, il tema della nutria e del suo contenimento.
“Alla luce del nuovo status della nutria, equiparata da agosto a topi, ratte e arvicole – ha sottolineato prima dell’inizio dell’assemblea il presidente provinciale Marco Scaravonati – la nostra associazione, da sempre impegnata a dare il proprio contributo, gratuito e volontario, al contenimento di un problema che negli anni è cresciuto con gravi conseguenze per tutti i cittadini, ha ritenuto importante organizzare questo incontro invitando le Istituzioni a un confronto che auspichiamo possa fare maggiore chiarezza in questo momento in cui non si sa con precisione quali azioni sia possibile intraprendere o meno”.
Moderati da Ildebrando Bonacini, rappresentante del mondo agricolo, si sono aperti i lavori davanti a un pubblico attento e partecipe composto oltre che da moltissimi cacciatori e agricoltori, da pubblici amministratori, consiglieri regionali della commissione agricoltura, sindaci, rappresentanti del mondo associazionistico agricolo e venatorio (presente in sala anche il presidente nazionale dell’ANUUMigratoristi Marco Castellani) e tecnici, fra i quali il dottor Roberto Cocchi di Ispra.
Ad esprimere tutta la loro preoccupazione i sindaci della provincia, che per voce di Ivana Cavazzini, hanno sottolineato la necessità di avere risposte concrete a quello che è ormai un problema sociale, che malgrado costi e impegno negli anni è andato costantemente peggiorando.
Chiaro e incisivo l’intervento dell’ex assessore all’agricoltura e attuale Commissario della Provincia Gianluca Pinotti, che ha ricordato quanto fatto fino ad oggi precisando che la sospensione del piano provinciale di contenimento e controllo delle nutrie è una conseguenza della nuova normativa nazionale che ponendo la specie fuori dalla legge di riferimento finora utilizzata per contenerle ha tolto al piano il necessario fondamento giuridico. “Dobbiamo tornare operativi al più presto – ha dichiarato Pinotti – senza perdere tempo, per contenere il proliferare delle nutrie e non vanificare quanto fatto fino ad ora”.
Sulla stessa linea anche Antonio Piva, presidente della Libera Associazione Agricoltori cremonesi, che ha invitato a percorrere tutte le strade necessarie per risolvere un problema di tutta la società e non solo degli agricoltori.
Tutti d’accordo dunque che la situazione sia, dopo anni di sforzi, sempre più grave e intollerabile e sulla necessità di non perdere tempo prezioso. Come risolvere allora questa fase di stallo?
Per l’assessore Gianni Fava occorre che il Governo metta mano di nuovo alla legge, modificando quella norma che apparentemente avrebbe dovuto offrire maggiore libertà di azione ma che ha finito col rivelarsi un ostacolo. “Ha torto chi se la prende con la Regione – ha dichiarato Fava -. C’è una nuova legge dello Stato e un pronunciamento dell’avvocatura regionale chiarisce che non abbiamo più competenza in materia. Noi avevamo 420 mila euro pronti, a sostegno di una legge regionale che ora è inefficace. Per questo abbiamo scritto alle Province di Mantova e Cremona che ci avevano interpellato in proposito, confermando che i piani provinciali vanno bloccati perché al momento né noi né loro abbiamo voce in capitolo”.
Di parere diverso il sottosegretario Pizzetti, per il quale questa norma è stata la risposta a un problema irrisolvibile con i mezzi attuati fino ad ora e che apre la possibilità di operare con maggiore incisività.
“Stando alle norme della legge sulla caccia la strada dell’eradicazione diventava del tutto impercorribile, così l’unica possibilità era quella di togliere la nutria dalle specie protette e parificarla a quelle. È ciò che abbiamo fatto e adesso è possibile combatterle come si fa con le campagne di derattizzazione. I sindaci possono già emanare ordinanze in questo senso per motivi di salute o pubblica sicurezza. Se proprio vogliamo trovare un problema è quello dello smaltimento delle carcasse, da risolvere con le autorità sanitarie. Le polemiche proprio non hanno senso: basta vedere quante nutrie sono state abbattute con gabbia e fucile fino ad ora e quante ancora ce ne sono. Perché una cosa è certa – ha concluso – fino ad ora le nutrie hanno imperversato, con questa norma si possono eliminare”.
Al presidente regionale di FIdC Lombardia Mauro Cavallari il compito di chiudere l’incontro, ricordando che “Noi cacciatori, come siamo soliti fare, vogliamo metterci anche in questa occasione al servizio della società e dell’ambiente, perché i danni arrecati dalla nutria sono un problema di tutti. Vogliamo un ambiente sano e in equilibrio per tutte le specie selvatiche proprie del nostro territorio. Come cacciatori abbiamo già dato tanto in modo gratuito e su base volontaria e siamo disponibili a fare ancora la nostra parte, che è la parte dell’impegno civile al fianco di quelli che hanno a cuore il benessere di territorio, fauna e ambiente”.
Infine, parere diverso fra Regione e Provincia e rappresentante del Governo anche sulla possibilità da parte dei cacciatori di sparare al roditore. Assolutamente da evitare per i primi, non sanzionabile per il secondo. Non resta che auspicare al più presto un regolamento attuativo che chiarisca le cose una volta per tutte.
A Cremona per trovare una soluzione al problema nutrie
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