La storia di un uomo, della sua passione per la montagna, in particolare quella natìa della Valle d’Aosta e per la natura, quella più aspra e selvaggia con la quale ha amato confrontarsi sia come esploratore sia come cacciatore. Un confronto che nell’assolutezza dei toni spinge l’autore a profonde riflessioni che partono dalle memorie del tempo passato, di una Valle d’Aosta legata alla sua giovinezza, per proseguire con le esperienze di vita, gli studi a Milano negli anni della contestazione studentesca del ’68 (dove si laurea in giurisprudenza presso l’Università Cattolica) e con la passione per la politica che ne è derivata, diventando consigliere regionale all’interno dell’amministrazione pubblica della Regione autonoma della Valle d’Aosta; ma anche la passione per il settore alberghiero e la ristorazione divenuta sua attività principale, e l’amore per una caccia rispettosa della natura. All’apice di tutto poi le pagine dedicate ai concetti assoluti di Dio, della morte e dell’arte. “Alla sera eravamo a cena al Rifugio Hörnli, davanti a un buon minestrone e a una bottiglia di vino. Ero contento: il Cervino mi aveva conquistato e affascinato. Ero salito in cima alla montagna più bella del mondo, a quella che mi piace definire la piramide di Dio“. E ancora “Sopra di noi c’era soltanto il cielo terso, di quell’azzurro che si ritroverà nei miei dipinti sin da quando ho preso in mano il pennello. Pensai che sopra il cielo c’era Dio. E fu allora che incominciai timidamente a cercarlo”. Le pagine scorrono così tra riflessione interiore e storie di vita vissuta.
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