Sono senz’altro le ragioni del cuore. Nessun cane da ferma quanto il pointer, induce i cinofili a posizioni estreme: o lo si ama alla follia, o lo si evita accuratamente. E da amanti, le ragioni che possiamo a buon diritto addurre sono molteplici e tutte senz’altro valide. La passione infinita, che in qualsiasi razza è dote vincente e trainante, ma che in un pointer può arrivare a vette sublimi, è la prima della lista. Qualsiasi cane da caccia per far girare il suo “motore” ha bisogno di questo carburante che ha origine nel patrimonio genetico di ciascun individuo. Nel pointer sarà quasi impossibile che manchi, legata com’è in modo profondo a tutto il corredo fisiologico e strutturale del Fermatore Inglese. In poche parole, quella morfologia e quel carattere devono tassativamente prevedere il corollario dell’ardore venatorio nel grado più alto. Va tutto insieme, non si può sbagliare. E poiché il
fagiano spesso si diverte a frequentare posti un po “fuorimano”, ecco che la volontà ferrea di un ausiliare può risolvere situazioni difficilmente affrontabili.
In seconda battuta , io parlerei dell’olfatto. Il pointer è costruito per captare minime particelle d’effluvio alle massime velocità. Se la velocità si riduce, per ragioni di strategia venatoria, il suo naso si trasfomerà in una specie di radar. E andrà da sé che per il cacciatore obbligato ad affidarvisi, sarà fonte di sicurezza psicologica e materiale: diciamoci la verità , quando si è passati con un pointer di quelli giusti, gli scrupoli trovano davvero poco spazio.
Passione e naso vanno a braccetto con il coraggio e la generosità. Un vero pointer non rifiuterà mai un ostacolo, non eviterà mai un comando, non sarà mai pago e mai domo. E questo, quando si tratterà di affrontare scarpate e roveti, al gelo come al solleone, sarà alla fine ciò che più peserà diventando immediatamente la nostra più sicura ancora di “salvezza”, ma soprattutto la sua risposta più efficace.








