Da Arcicaccia. Siamo in tempo di pre-apertura della caccia, momento che abbiamo aspettato tutto l’anno accompagnati dai ricordi delle stagioni passate e che culminerà il 21 settembre con l’apertura generale della caccia.Come ogni anno non sono mancate le polemiche sul calendario e come se non bastasse sul provvedimento della Regione di inserire la possibilità di utilizzare l’arco per la caccia di selezione, sponsorizzata da politici ormai sulla via del tramonto come il Vice Presidente e il consigliere con deleghe alla caccia della Provincia di Perugia che si sono schierati apertamente con il mondo animalista pur di avere ancora un minimo di visibilità, non consapevoli forse, che l’arco è uno strumento consentito dalla legge 157/92 e può essere utilizzato per la caccia a qualsiasi selvatico. Venendo al calendario venatorio una questione ci lascia perplessi, il coordinamento regionale delle Associazioni Venatorie Umbre con tutte le sigle presenti, hanno la proposta di inserire la quaglia in pre-apertura nel rispetto delle linee guida dell’ISPRA, indicando anche dove si potesse esercitare la caccia alla quaglia, sul calendario venatorio approvato ci siamo ritrovati la dicitura “con l’ausilio del cane limitatamente alle stoppie” ciò ci ha lasciato perplessi tanto da chiedere un chiarimento alla Regione Umbria, che ha risposto “porzioni di territorio libere all’uso venatorio, su cui sono presenti gli steli residui dello sfalcio di colture agricole”. Questa è semplicemente la definizione letteraria del termine che possiamo trovare in qualsiasi dizionario, sicuramente come Arci caccia non ci aspettavamo questo tipo di risposta, visto che nell’ultima consulta venatoria abbiamo proposto di adottare quanto indicato dalla Regione Marche nel proprio calendario venatorio, che consente la caccia alla quaglia con l’ausilio del cane, nelle stoppie nei prati naturali, artificiali, nei medicai esclusi quelli da seme, cosa sicuramente più sensata e che non lascia spazio a libere interpretazioni. Questo tipo di risposte offendono l’intelligenza dei cacciatori, in quanto chi conosce la campagna sa di certo che le stoppie di grano saranno ridotte al lumicino e quelle di girasole e granoturco ancora non saranno presenti, escludendo tutto il territorio incolto, boscato e le colture in atto rimane ben poco spazio per cacciare, oppure come in alcune zone dell’Umbria altamente vocate per le quaglie dove non presenti le stoppie tale pratica sarà praticamente impossibile cacciare. Questa interpretazione porterà sicuramente a diatribe e contenziosi mettendo in difficoltà chi onestamente paga una licenza di caccia e vorrebbe svolgere la propria passione nella certezza delle regole. Saremmo curiosi di conoscere quale è il nuovo patto per la caccia in Umbria a cui si è riferito il Presidente della Provincia di Perugia, quali sono le strategie messe in campo con la Regione, se questa strategia messa in campo conduce al modello Trentino, dove vige un modello di tipo riservistico dove una sola Associazione controlla l’attività venatoria allora abbiamo poco da stare tranquilli, ma sicuramente ci chiarisce tanti fatti avvenuti in questi ultimo anno. Se questa è crescita culturale e la strategia futura per la caccia in Umbria, invitiamo i prossimi candidati alle elezioni Regionale a dirlo chiaramente in campagna elettorale.
Detto questo vogliamo ringraziare tutti i nostri soci che ci hanno rinnovato la fiducia e fare un in bocca al lupo a tutti i cacciatori.
Perugia, 29 agosto 2014
Comitato Regionale Arci Caccia Umbria
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