Il cacciatore di cinghiali in braccata caccia di giorno, così come il cacciatore di camosci o di cervi. Ma l’ungulato più diffuso, insieme al cinghiale che è ormai endemico, è il capriolo. E quest’ultimo si caccia all’alba o al tramonto, quando la luce è poca. E’ vero che il capriolo esce dal bosco durante il giorno, sempre tenendosene ai confini a meno che vi sia un ghiotto medicaio, ma di giorno l’accosto è quasi impossibile. Ci si prova, naturalmente, ma quando si pensa di essere arrivati a tiro l’animale non è più in vista e al più lo si sente abbaiare
nel bosco. Resta, come si diceva, la caccia all’alba o al tramonto. Nel primo caso la luce non è un problema, perché aumenta velocemente con il trascorrere del tempo; ma nel secondo altrettanto velocemente diminuisce, proprio quando si è raggiunto l’animale colpito e occorre prepararlo per il trasporto. Ci vuole pochissimo a bucare i visceri e rovinare la carne e d’altra parte la preparazione dell’animale fa parte del rito eterno della caccia, che si effettua per mangiare e che per lunghi periodi della storia è stata l’unica fonte di proteine.
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