Dalla Federazione Italiana della Caccia. Sono già 50 gli anni passati a parlare di buone pratiche venatorie in montagna e non solo. Un bel risultato, che ha giustamente caratterizzato l’Assemblea nazionale dell’Uncza con la consapevolezza di aver fatto del proprio meglio per adempiere ai propri fini costitutivi e al bene della caccia. “È nata a Trento proprio il 21 giugno del 1964, – ha ricordato il presidente Uncza Sandro Flaim – e a questi anni trascorsi guardiamo senza nostalgia, ma con orgoglio”. Ha poi compiuto un excursus storico sull’attività dell’Unione, costellata da tanti progetti scientifici, e ha tracciato l’obiettivo per i prossimi 50 anni: “Promuovere la cultura venatoria come era quando siamo nati, guardando avanti ma tornando, come nel caso della legittimazione sociale, al passato, quando il cacciatore era un cittadino rispettato”.L’assise svoltasi a Vilminore di Scalve (Bg), organizzata dal Circolo Uncza Prealpi Orobiche, si è snodata nei consueti tre momenti congressuali: il Consiglio nazionale, il convegno, quest’anno dal titolo “Cacciatori e agricoltura di montagna: la tutela, il miglioramento e la salvaguardia dell’ambiente”, e l’Assemblea vera e propria, in questo caso anche elettiva. Il convegno è stato introdotto da Massimo Magri, presidente del Comprensorio alpino Val di Scalve, che ha sottolineato quanto la tutela ambientale sia un tema ormai imprescindibile per i cacciatori.
A seguire il sindaco della cittadina bergamasca e presidente della Comunità montana Val di Scalve, Guido Giudici, e il presidente della Fidc Lombardia, Mauro Cavallari: “I valori Uncza – ha affermato – dovrebbero essere un esempio per tutti i tipi di caccia e in tutta Italia. Occorre recuperare tali valori il più presto possibile, ne va della caccia e della sua reputazione”.
Ivan Caccia, presidente del Parco delle Orobie Bergamasche, ha testimoniato quanto, a partire dal tema del convegno, sia fruttuosa la collaborazione già in atto tra un ente di tutela ambientale e l’Uncza. Lorenzo Bertacchi, presidente della Sezione provinciale di Bergamo, ha definito l’Assemblea “un momento di crescita del nostro mondo” e ha lanciato l’idea di tenerla in periodo di scuole aperte, per far vedere ai giovani chi siamo, e magari coinvolgerli. Il convegno ha visto la partecipazione dell’europarlamentare Herbert Dorfmann che ha spiegato i meccanismi della Politica agricola comunitaria e le loro ricadute attuali e prospettive sulle zone montane. Marco Viglezio, vicepresidente della Federazione cacciatori ticinesi, ha parlato di danni all’agricoltura causati dai selvatici prendendo in esame i cantoni svizzeri Ticino, Vallese, Grigioni e Ginevra. Da sottolineare che in quest’ultimo, dove la caccia è chiusa e gli abbattimenti vengono effettuati solo dalle guardie, i danni sono ingentissimi. Maurizio Odasso, dello Studio associato Pan, ha parlato dei miglioramenti ambientali in Trentino, che sono di interesse collettivo. Per intervenire, e ultimamente lo si è fatto soprattutto con il recupero e il miglioramento dei pascoli con disboscamento, ci sono i piani di assestamento, i Psr, le reti ecologiche e i piani di miglioramento ambientale a fini faunistici.Mauro Villa, direttore del Parco delle Orobie Bergamasche, ha intrattenuto i presenti illustrando storia ed estensione dell’Ente, e sottolineandone la ricchezza in flora autoctona: su circa 13.000 specie di piante esistenti in Europa, l’Italia ne ha circa la metà e la Lombardia circa la metà del valore nazionale.Nel pomeriggio spazio all’Assemblea, aperta dai saluti dell’assessore provinciale bergamasco alla Caccia, Alessandro Cottini, che ha parlato della prossima scomparsa delle Province e dei problemi susseguenti, e ha definito la caccia alpina una “tradizione del futuro”.Articolata la relazione del presidente Flaim, che ha descritto l’attività dell’Unione dal 2009 al 2014, ponendo particolare riguardo alle premiazioni di tesi di valore naturalistico, iniziate nel 2007 e che ha visto più di 80 partecipanti. Ampio spazio ha dedicato alla mission dell’Uncza, costituita dalla promozione di buone pratiche basate su scienza e conoscenza e formazione del buon cacciatore, con accrescimento della sua cultura e del suo ruolo presso la società, e conservazione delle tradizioni. Alle note criticità Flaim ha contrapposto gli impegni Uncza: salvaguardia ambientale, rapporto con la società, istanze alla politica, conoscenza e preparazione, ricerca scientifica, etica e tradizioni, comunicazione.Infine, si è proceduto alle elezioni per il rinnovo delle cariche. Lo scrutinio ha confermato Flaim presidente e designato otto consiglieri: Luigi Gasperi (Valle d’Aosta), Piero Moioli (Lombardia), Renato De Menech (Veneto), Bruno Campagnoli (Piemonte), Sandro Eccher (Alto Adige), Luca Calvini (Liguria), Luca Rigatti (Trentino), Fabio Merlini (Friuli-Venezia Giulia).E ora appuntamento per la 50a Assemblea dedicata al ricordo di Mario Rigoni Stern e quindi in scena ad Asiago a cura del Circolo Alpi vicentine il prossimo 2015.