Dal Comitato Regionale Arci Caccia Umbria. L’ Arci Caccia dell’Umbria, ormai da tempo, ha presentato, come richiesto dall’Assessore regionale Fernanda Cecchini, le sue valutazioni ed alcune proposte di modifica alla bozza di regolamento di caccia al cinghiale. Le polemiche di questi giorni ed illazioni fuori luogo ci spingono a puntualizzare di nuovo la posizione dell’associazione in modo tale che cacciatori ed agricoltori possano farsi una idea compiuta. La nostra proposta prevede la caccia in braccata, in singolo e la girata. Per quanto riguarda la girata riteniamo utile istituire un registro dei gruppi presso ciascun Atc, con le modalità di iscrizione previste per le squadre. I gruppi potranno essere costituti da un minino di tre ad un massimo di sei cacciatori con possibilità di ospitare altri due cacciatori purché abilitati e nel rispetto del tetto massimo. Inoltre per i gruppi è previsto un contributo economico stabilito dall’Atc, come per l’iscrizione delle squadre, la scelta del comprensorio, le distanze di attività tra i diversi gruppi, l’utilizzo di un solo cane limiere e l’ampiezza massima delle zona (tabellata), nella quale svolgere la girata che è prevista nei giorni stabiliti dal calendario venatorio per la caccia in braccata. Inoltre la proposta prevede delle norme di sicurezza (giacche alta visibilità, tabelle e distintivi, utilizzo radio), l’iscrizione esclusiva ad un solo gruppo e lo svolgimento della girata solo nel territorio a caccia programmata non settorializzato e non assegnato alle squadre (25% della zona vocata non settorializzata). Per quanto riguarda la caccia in braccata, abbiamo definito il criterio di assegnazione dei settori, dettagliando i punteggi. Tale sistema ha la forza di assegnare con merito e premialità i settori alle squadre che partecipano alla gestione e allo stesso tempo garantisce anche rispetto della tradizione e delle dimensioni della squadra. Abbiamo richiesto la possibilità che gli Atc possano avere un margine di flessibilità rispetto alla perentorietà del numero minino di partecipanti (venti) delle squadre che esercitano la caccia in braccata. La nostra proposta interviene anche sulla caccia al cinghiale effettuata in forma individuale. In questo caso può essere effettuata solo all’aspetto, con canna rigata munita di ottica di puntamento e arco esclusivamente nel territorio a caccia programmata non settorializzato. Misure particolare sono previste per l’utilizzo dell’arco. Infine per la forma singola da appostamento, cosi come proposta, appare eccessivamente limitante la previsione del calendario venatorio che prevede l’esclusività nella giornata venatoria per la caccia al cinghiale, essendo caccia d’appostamento sia con arco che con arma a canna rigata essendo essa una “caccia crepuscolare”. Abbiamo proposto che la caccia al cinghiale in ogni forma prevista (braccata, singolo d’appostamento) deve essere esercitata nei stessi giorni previsti dal calendario venatorio. “Abbiamo presentato una proposta che guarda al futuro e alla gestione della specie, cercando di dare a tutti il diritto di esercitare la caccia al cinghiale nelle forma che ognuno di noi riterrà più appropriata“ dichiara Emanuele Bennati, presidente regionale dell’Arci Caccia dell’Umbria. “La proposta fornisce uno strumento di gestione del territorio, individuando per ciascuna zona sia essa vocata o non vocata un soggetto che potrà esercitare un controllo sulla specie andando incontro anche alle esigenze degli agricoltori che continuano a denunciare danni alle colture agricole . Inoltre il rischio che la gestione del cinghiale diventi esclusività delle squadre le espone al rischio di dover sostenere anche l’indennizzo dei danni, come prevede il regolamento attuale”. “Ritengo al quanto scorretto divulgare informazioni distorte che continuano ad alimentare polemiche nel mondo venatorio, quando chi divulga certe informazioni ha ritenuto opportuno come sempre, non presentare nessuna proposta e non prendere nessuna decisione. Certo è che la nostra proposta non metterà tutti d’accordo ma abbiamo saputo assumerci le nostre responsabilità, senza sguazzare nel torbido per meri interessi di tessera” prosegue il presidente Bennati. “E’ ora di dire basta a questi atteggiamenti poco costruttivi che danneggiano solo il mondo della cacci; abbiamo bisogno di responsabilità e di guardare al futuro perché la caccia ha bisogno di certezze. Mi voglio rivolgere anche all’Assessore Fernanda Cecchini. Abbiamo tutti il dovere di mettere la parola fine alla modifica del regolamento che ora mai dura da circa due anni; questa vicenda ha monopolizzato la discussione, distogliendo l’attenzione dalla gestione del territorio, dell’ambiente e dalle altre forme di caccia che vivono una crisi profonda dovuta ad una mancanza di programmazione di interventi gestionali in grado di rispondere alle esigenze degli agricoltori, dei cacciatori, ma anche degli ambientalisti”.
(L’ufficio Stampa)